Roma – “L’amore di un padre e il senso del dovere di un servitore dello Stato. C’era anche questo nella vita di Gianfranco Fumarola, il sovrintendente capo della polizia penitenziaria tra le vittime della piena del torrente Raganello, nel parco del Pollino.
Un gesto istintivo e di protezione
Mettere in salvo i due figli con cui era andato in gita, anche a costo della propria stessa esistenza: un gesto istintivo e di protezione prima di essere trascinato dall’ondata rivelatasi fatale. Un’azione che da sola rende Gianfranco un eroe. Oggi a piangerlo non c’è solo la moglie Cinzia insieme ai loro tre bambini di 4, 11 e 12 anni: c’è un Paese intero.
Entusiasmo e capacità di sdrammatizzare caratterizzavano il suo lavoro quotidiano
Che ne riconosce il valore di uomo. E di agente penitenziario, innamorato com’era di quella divisa che, con spirito di servizio nei confronti dell’Italia, indossava con orgoglio. L’entusiasmo e la capacità di sdrammatizzare caratterizzavano il suo lavoro quotidiano, rendendolo amatissimo dai colleghi e ponendosi quale indiscusso punto di riferimento per tutti”. Lo si legge in una nota del ministero della Giustizia, secondo cui “il ministro Alfonso Bonafede, i sottosegretari Vittorio Ferraresi e Jacopo Morrone e l’intero ministero della Giustizia si uniscono al dolore dei cari per la tragica scomparsa del sovrintendente Gianfranco Fumarola”.
Premio Renoir, ricevuto nel 2013
“Era un uomo di sostanza – aggiunge la nota – Gianfranco: ‘Le chiacchiere stanno a zero’ era solito ripetere, senza per questo vantarsi dei risultati professionali raggiunti negli anni, compreso il premio Renoir, ricevuto nel 2013 e riservato agli appartenenti di tutte le forze dell’ordine che si sono particolarmente distinti nel territorio jonico.
Eccellente la sua opera di formazione delle nuove generazioni di poliziotti penitenziari
Nel ruolo di trainer degli allievi agenti, effettuava docenze di tecnica operativa. Dal 2004 lavorava presso la casa circondariale di Taranto e il commissario coordinatore dell’istituto pugliese, Giovanni Lamarca, ne tesse le lodi.
‘Era una persona straordinaria. Tenacia, competenza e carisma
I suoi modi generosi e cordiali gli valevano il rispetto, oltre che dei colleghi, anche dei detenuti, che in modo unanime hanno espresso il loro cordoglio per la scomparsa del sovrintendente Fumarola’.
‘Dolore immenso e una perdita importante per il Corpo
Così il Provveditore Regionale di Puglia e Basilicata, Carmelo Cantone: Gianfranco Fumarola, a detta di tutti i colleghi, credeva nel proprio lavoro ed era un valido collegamento tra il comandante e i reparti detentivi'”, conclude la nota del ministero della Giustizia.