MILANO (LaPresse) – “Il nuovo ponte a Genova dovrà essere evocativo, dovrà durare mille anni e sarà d’acciaio, sfavillante e limpido come una nave. E con un’anima chiara che consenta alla città di elaborare questo pesante lutto”. E’ così che l’architetto Renzo Piano ha raccontato il progetto dell’opera che sostituirà il viadotto Morandi, collassato il 14 agosto, provocando 43 morti.
Il meeting con Renzo Piano
L’archistar ha partecipato a un incontro in Regione alla presenza del governatore Giovanni Toti, del Sindaco di Genova Marco Bucci, con l’ad di Fincantieri Giuseppe Bono e di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci. In Regione Piano si è portato i suoi modelli e i bassorilievi con i plastici e i disegni per spiegare la sua idea di ponte che ha donato alla Superba. “Non perché è superba, ma perché e grande e ha sempre trovato coraggio”, dopo essere stato chiamato, il giorno dopo la tragedia, dal Toti e dal primo cittadino di Genova, mentre lui era a Ginevra.
Il ponte sarà pronto entro l’ottobre del 2019
L’’opera sarà pronta “entro ottobre 2019, novembre al massimo. Vogliamo costruire un simbolo per il futuro della città”, è l’assicurazione del governatore. Sarà una realizzazione “a km 0, un po’ come il buon cibo”: parola dell’ad di Fincantieri Giuseppe Bono. Perché il “cantiere di Sestri Ponente, a Genova, avrà un ruolo centrale nella realizzazione del nuovo ponte. Lì potremo realizzare la struttura d’acciaio. Ci sarà nuovo lavoro e ci saranno assunzioni. Sarà un ponte a chilometro zero. Speriamo di avere presto anche nuovi spazi e un cantiere più grande”.
Chi si occuperà della realizzazione
A realizzarlo sarà probabilmente un consorzio d’imprese con Fincantieri, come ha spiegato l’ad di Aspi e Atlantia Castellucci che ha parlato di “una squadra di lavoro nata per dare una soluzione rapida e di qualità” per lavorare con Fincantieri e di una collaborazione con l’architetto Piano considerata “un privilegio”. Un ponte da fare velocemente, ma “non frettolosamente”, come ha sottolineato l’archistar.
Un “nuovo Morandi” che per il commissario per l’emergenza Toti “non può essere un ponte normale, visto il dolore che ha provocato. Rappresenta l’essenzialità ligure ricca di significato, sarà costruito velocemente”. E sul nome, alla domanda se sarebbe contento se si chiamasse Ponte Piano l’architetto ha risposto: “No, chiamiamolo il ponte”. Ma non basta, l’architetto ha spiegato il senso di un progetto che nasce dopo una tragedia ma che non vuole fare rima con retorica. “Non si fa un monumento ai caduti, il ricordo sarà la presenza del ponte, lo dico con rispetto, bisogna trasformare il lutto in qualcosa di più sottile che ti appartiene, il lutto diventa la tua essenza”.
Genova riparte dopo il crollo
Certo Piano è stato “il protagonista assoluto” di una giornata in cui è stato illustrato il progetto che ridarà a Genova il ponte, come ha ricordato Toti che in conferenza stampa ha esordito dicendo “oggi è il mio compleanno, l’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono mi ha portato una cravatta, l’architetto Renzo Piano mi ha regalato un ponte”.
Ma al tavolo si sono riuniti più soggetti, fra cui Autostrade per l’Italia che vede coinvolti nell’inchiesta giudiziaria 8 suoi dirigenti fra cui il suo amministratore delegato. “Dico grazie a Società Autostrade, a Fincantieri e all’architetto Piano.- ha detto Toti. Abbiamo chiesto a Società Autostrade, che dovrà collaborare al piano di demolizione, e a Fincantieri, eccellenza industriale italiana, un po’ anche genovese e ligure, che la priorità sia ricostruire rapidamente il ponte Morandi, perché la città ha bisogno di una completa viabilità”.
di Laura Carcano