Di Maio rilancia chiusure domenicali e No Tap. Ma Salvini: “Decido con la mia testa”

Dialogo tra vicepremier per far ripartire l'Italia: ma è scontro su alcune tematiche

in foto Luigi Di Maio e Matteo Salvini

ROMA (LaPresse) – Dopo la (sofferta) chiusura della vicenda Ilva, il ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, tenta di rilanciare con i temi tanto cari al Movimento 5 Stelle proprio dalla Puglia. Uno dei suoi primi pensieri dalla Fiera del Levante di Bari è infatti per i cittadini tarantini, che in questi giorni non hanno mancato di rendere noto il loro disappunto.

Luigi Di Maio, il progetto del cambiamento parte dalla Puglia

“Dobbiamo lavorare a Taranto più che in qualunque altra città, come governo, perché dobbiamo far recuperare il tempo perso. Sono anni che è stata espropriata di tutto. L’Italia ha un debito con i tarantini”, dice. Tornando sull’accordo con Arcelor Mittal, il vicepremier sottolinea come la vertenza “si è conclusa con zero esuberi e migliorie dal punto di vista ambientale” ma “non basta” e per questo “voglio portare a Taranto altri investitori che diano lavoro pulito ai giovani. Il nostro obiettivo è non farla più dipendere da una sola azienda”.

Non solo Ilva

Puglia non è solo Ilva ma anche Tap, un altro dei dossier bollenti che il governo sarà chiamato ad affrontare. Anche a Melendugno, come a Taranto, c’è attesa per le decisioni dell’esecutivo dopo la marea di voti presi alle elezioni dal Movimento. “Sul Tap voglio essere chiaro: il M5S era ed è No Tap”, assicura Di Maio. “Il dossier è sul tavolo del premier, affronteremo anche questo – argomenta ancora – non si può prescindere dal dialogo con le comunità locali, a partire dal sindaco, passando per cittadini e organizzazioni”.

Il dialogo tra vicepremier

Sul tema del gasdotto, però, il dialogo più importante che attende il capo politico pentastellato è quello con Matteo Salvini. Le posizioni sull’argomento sono divergenti e sui rapporti di forza all’interno della maggioranza il leader della Lega ha voluto mettere le cose in chiaro. Il ministro dell’Interno, infatti, non avrebbe apprezzato molto l’uscita di Di Maio sull’ormai celeberrima telefonata che sarebbe intercorsa tra i due dopo la vicenda dell’avviso di garanzia a Salvini inviato dalla Procura di Palermo per sequestro di persona aggravato sul caso della nave Diciotti.

Il colloquio con Salvini

Nel colloquio il leader pentastellato avrebbe in qualche modo redarguito quello della Lega sui toni polemici usati nei confronti della magistratura. “Non ho ricevuto nessuna telefonata”, la precisazione di Salvini. E, anche se fosse, “ho tanti difetti, ma decido con la mia testa. Non ho fatto né un attacco alla magistratura il giorno prima, né una retromarcia il giorno dopo”.

Meglio allora virare su un tema per il quale la quadratura del cerchio potrebbe essere trovata in maniera più agevole, ovvero lo stop nei giorni festivi a centri commerciali ed esercizi, con turnazioni. Una legge da approvare “entro l’anno” perché la liberalizzazione “sta distruggendo le famiglie italiane”.

di Andrea Capello

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