ROMA – La ricerca di una ‘pace fiscale’ che rischia di trasformarsi in un condono tombale. Erano stati in molti a mettere in guardia il governo pentaleghista: ‘La vostra idea di aiutare chi ha debiti con Equitalia sembra avere tutte le caratteristiche un condono’. Al neonato esecutivo lo avevano detto avversarsi politici e giornalisti.
Condono no, condono si
Luigi Di Maio si è sempre difeso sostenendo che quella dei giallo-verdi sarebbe stata una riforma strutturale, non un piccolo intervento. Dopo circa cinque mesi di governo però lo spettro del ‘condono tombale’, di tremontiana memoria, si fa sempre più reale.
In principio erano 100mila
In principio doveva essere una mano tesa a chi aveva sul groppone cartelle inviate da Equitalia di un valore massimo di 100mila euro.
“Dico no al condono usa e getta – ricordò Matteo Salvini, lo scorso agosto, ad 1/2h in più. – Io propongo una pace fiscale, ci sono milioni di italiani ostaggio di Equitalia che non pagheranno mai. Io posso o far finta di niente o convocare uno per uno questi italiani, che hanno una cartella con un importo sotto i 100mila euro, e chiedere il 15%di quello che non mi daranno mai. Io incasso contante e tu torni a lavorare”.
Poi si puntò al milione
E’ la stessa quota stabilità dalla Flat Tax. Gli fece eco Di Maio. I problemi, però, ora, sono due: la riforma fiscale nel 2019 avrà due aliquote (15 e 20) e riguarderà soltanto le partite Iva. E la ‘pace fiscale’ agognata non interesserà chi ha un debito massimo di 100mila euro con Equitalia, ma toccherà quota un milione.
A smontare quanto era stato annunciato nei mesi scorsi ci ha pensato Stefano Bitonci. In un intervista al Messaggero ha detto che “la pace fiscale” sarà “la più ampia possibile”. Come quella del 2002 con il “condono tombale”. Quando c’erano Tremonti e Berlusconi.
Grillini di traverso
Questo il piano della Lega. Ma il Movimento Cinque Stelle ha già fatto sapere che si metterà di traverso. Il condono non rientra nel patto di Governo presentato al presidente Mattarella
