New York (LaPresse/AFP) – Donald Trump torna alle Nazioni unite. Il presidente americano rivede questa settimana i leader di tutto il mondo a New York. Con l’intenzione di mettere in rilievo l’accordo raggiunto con Kim Jong-un sullo spinoso dossier nordcoreano. Un anno dopo il suo primo discorso, esplosivo e contestato, al Palazzo di vetro dell’organizzazione internazionale, in cui aveva minacciato di “distruggere totalmente” la Corea del Nord, il repubblicano proporrà il suo cambio di tono. Arrivato domenica sera a Manhattan per prendere parte alla sua seconda Assemblea generale Onu, l’inquilino della Casa Bianca ha un fitto programma. Mentre al palazzo che sovrasta l’East River sono attesi capi di Stato e di governo da tutto il mondo.
Prima del suo discorso, previsto martedì mattina (ora locale), sono in programma alcuni faccia a faccia, dal premier giapponese Shinzo Abe, alla prima ministra britannica Theresa May, al presidente francese Emmanuel Macron. Sul suo incontro con l’omologo sudcoreano Moon Jae-in, previsto nel pomeriggio di lunedì, sono puntati i riflettori. Poiché Moon ha da poco incontrato Kim a Pyongyang. La questione centrale è sapere dove e quando si terrà il prossimo faccia a faccia fra Trump e Kim, dopo il primo storico vertice a Singapore a giugno. Il capo della diplomazia americana, Mike Pompeo, ha garantito che l’amministrazione Trump è “sulla via giusta”. “Abbiamo buona speranza di arrivare all’esito. Cosa che sarebbe un progresso per il mondo intero”, ha dichiarato a Fox News a proposito della denuclearizzazione della penisola.
Il presidente rimetterà piede alle Nazioni Unite
Il segretario di Stato americano presiederà giovedì una riunione del Consiglio di sicurezza, per rassicurare la comunità internazionale dopo le accuse di “disonestà” e “menzogne”. Sono state scambiate tra gli americani e i russi a proposito dell’applicazione delle sanzioni contro Pyongyang. Unico presidente americano ad aver incontrato un rappresentante della dinastia Kim. Che governa la Corea del Nord dal 1948, Trump sogna a voce alta di riuscire dove tutti i suoi predecessori hanno fallito. Vari analisti, però, sottolineano la mancanza di progressi concreti. Nonostante la pioggia di superlativi usati dall’americano. “Il vertice Moon-Kim non ha portato molto più del mantenimento di un certo clima propizio alla preparazione del prossimo vertice con Trump”, ha affermato Mike Green del Center for Strategic and International Studies.
Dopo il suo debutto tonante l’anno scorso, quando nel suo discorso di 41 minuti aveva declinato la sua visione ‘America First’, Trump è riuscito a inimicarsi vari Paesi, inclusi alcuni alleati. Si è lanciato in una guerra commerciale dall’esito incerto con Pechino. E ha colpito in vari modi le importazioni da Canada, Giappone ed Europa. Resta, come in ogni grande appuntamento diplomatico a New York, la possibilità di incontri fortuiti, o organizzati all’ultimo istante.
Attesa c’è su un eventuale incontro fra Trump e Rohani, che la Casa Bianca non ha escluso. Ma che sembra poco probabile nella tensione fra Washington e Teheran seguita al ritiro americano dall’accordo sul nucleare. “L’offerta di colloqui diretti con l’Iran fatta da Trump non è né onesta né sincera”, ha dichiarato il presidente iraniano al Washington Post, citando una “lunga lista di condizioni preliminari e insultanti”. Gli Usa vogliono che un eventuale futuro accordo impedisca anche la proliferazione di missili balistici e lo sviluppo di missili con capacità nucleare, mettendo fine al comportamento di Teheran che giudicano “destabilizzatore” e “maligno” nella regione.