MILANO (LaPresse) – “L’indagine dell’Fbi non è stata un’indagine. Il presidente Donald Trump, il leader della maggioranza al Senato Mitch McConnell, il presidente della Commissione Giustizia Chuck Grassley hanno assicurato che numerosi testimoni chiave. Tra cui sei testimoni davvero dannosi di cui ero a conoscenza, non fossero nemmeno ascoltati. La loro condotta è una disgrazia, non hanno mai voluto la verità”. Lo ha scritto su Twitter l’avvocato Michael Avenatti, legale di una delle donne che hanno accusato il giudice Brett Kavanaugh di molestie sessuali.
Le dichiarazioni del legale di un’accusatrice
Già nei giorni scorsi il legale, che assiste anche l’attrice porno Stormy Daniels nella causa contro Trump, aveva denunciato di aver segnalato all’Fbi varie persone che avrebbero potuto testimoniare, ma di non aver ricevuto risposta. “Dovrebbe vergognarsi di definirsi presidente della commissione Giustizia. La sua irresponsabilità e condotta partigiana nel controllare l’ampiezza di una indagine fasulla danneggerà probabilmente per sempre l’immagine della commissione e la Suprema corte agli occhi del mondo”, ha scritto Avenatti in un altro tweet, rivolgendosi a Grassle.
L’attacco dei democratici
Vari democratici di alto rango al Congresso americano hanno definito incompleta e non esaustiva l’indagine dell’Fbi sulle accuse di molesti sessuali nei confronti del giudice Brett Kavanaugh, nominato dal presidente Donald Trump alla Corte suprema. “Sembra sia il prodotto di un’indagine incompleta che è stata limitata, forse dalla Casa Bianca”, ha detto la senatrice democratica Dianne Feinstein della California.
Il caso Kavanaugh
“Avevamo molti timori che si trattasse di un processo molto limitato”, ha affermato il leader della minoranza al Senato, Chuck Schumer. “Quelle paure si sono realizzate”, ha dichiarato ancora. Il senatore repubblicano Chuck Grassley, presidente della commissione Giustizia del Senato, ha dichiarato dopo aver visionato il rapporto finale dell’indagine che esso non mostra “alcun indizi di condotta errata” da parte di Kavanaugh, chiedendo che il Senato voti sulla conferma.