ROMA (LaPresse) – Saranno prontamente trasferiti in istituti penitenziari di altre regioni e per alcuni di loro scatterà il regime di sorveglianza particolare previsto dall’art. 14 bis dell’Ordinamento Penitenziario, i 13 detenuti. Che si sono resi protagonisti la notte scorsa nella casa circondariale di Sanremo dei danneggiamenti. E del lancio di bombolette di olio che hanno incendiato alcuni degli arredi. È quanto ha disposto il Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Francesco Basentini. Subito informato dei fatti dal direttore dell’istituto ligure.
I fatti di Sanremo e il trasferimento immediato
Gli agenti, spente le fiamme, hanno poi spostato i detenuti più facinorosi all’interno di camere detentive. Destinate all’isolamento precauzionale. E, nel frangente, due poliziotti sono stati aggrediti. Basentini ha chiesto informazioni sulle condizioni dei due agenti. Che hanno riportano una prognosi di dieci giorni ciascuno. Ricevendo poi rassicurazioni sul loro stato di salute.
Escalation di violenza nelle carceri italiane, un fenomeno da contrastare
“L’escalation di violenza all’interno delle carceri italiane è davvero preoccupante: non soltanto per la gravità intrinseca del fenomeno. Ma anche per il fatto che a pagarne il prezzo più caro, nella maggior parte dei casi, sono gli agenti della polizia penitenziaria. Una categoria esposta a pericoli e rischi di ogni genere”. Lo afferma Stefano Maullu.
“L’ultimo episodio si è verificato nel carcere di Sanremo. Dove una rivolta tra detenuti è stata fortunatamente sedata grazie all’abilità della polizia penitenziaria. Gli agenti meritano un ringraziamento speciale. Perché il loro operato si è rivelato assolutamente determinante per la conclusione della rivolta. Oltre ai ringraziamenti, tuttavia, questa categoria meriterebbe un sostegno più concreto e diretto da parte dello Stato. Il quale dovrebbe permettere loro di lavorare nelle migliori condizioni possibili”.