Roma (LaPresse) – Con il ritorno del bel tempo è partita la conta dei danni dell’alluvione che ha colpito la Sicilia. Con perdite per milioni di euro alle coltivazioni e alle infrastrutture nelle campagne, dove ora è necessario avviare le procedure per la dichiarazione dello stato di calamità. E’ quanto emerge da un primo monitoraggio effettuato dalla Coldiretti sull’ondata di maltempo che ha colpito il territorio siciliano. Con chilometri di agrumi e ortaggi sommersi dall’acqua, muri di contenimento ceduti. Torrenti straripati così come il fiume San Leonardo che ha devastato le colture del territorio nella provincia di Siracusa, soprattutto in alcune contrade.
In molte aziende – sottolinea Coldiretti – è andato perduto il 100 per cento di agrumi, così come gli ortaggi. I danni si concentrano nelle zone – rileva Coldiretti – fra Lentini e Carlentini nelle contrade di San Leonardo, Badiula, Pantano, Salemi, Agnone, Maddauso, Valsavoia, Biviere e Bonvicino. Oltre che nel catanese a Palagonia, Ramacca e altre zone.
Si contano i danni dopo l’alluvione che è avvenuta nei giorni scorsi
A rendere più devastanti gli effetti del maltempo – sottolinea Coldiretti – è stata l’assenza di manutenzione e sistemazione degli argini. Ed è ora necessario adottare le strategie di tutela adeguate a mettere in sicurezza il territorio. Il maltempo che si è abbattuto sulla Sicilia fa così salire il conto dei danni causati in Italia dalle calamità naturali. Come rileva la Coldiretti, negli ultimi venti anni hanno provocato perdite per 48,8 miliardi di euro secondo dati UNISDR, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di disastri naturali. L’Italia – conclude la Coldiretti – si colloca tra i dieci Paesi più colpiti al mondo per alluvioni, siccità, tempeste, ondate di calore e terremoti. Nel periodo considerato a livello planetario hanno ucciso complessivamente 1,3 milioni di persone e provocato perdite economiche per 2507 miliardi di euro, dei quali il 77% per diretta conseguenza dei cambiamenti climatici.