Roma – L’economia italiana “gode di ottima salute”, assicura il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. E “Bruxelles può mandare anche 12 letterine, da qui fino a Natale, ma la manovra non cambia”, sfida Matteo Salvini. E’ “corretta”, ribadisce Giovanni Tria.
E’ già passato un giorno delle tre settimane entro cui Bruxelles si aspetta che l’Italia modifichi la sua manovra.
Il governo si compatta nella difesa delle scelte di politica economica
“Abbiamo le idee così chiare che gliela manderemo anche prima delle tre settimane“, assicura Salvini che parla di “ciclostile”.
Andiamo avanti, la storia non si scrive con i se“, replica Luigi Di Maio ai cronisti che gli chiedevano di eventuali contromisure del governo nel caso in cui lo spread dovesse toccare quota 400 punti base.
“Non c’è un piano B”
Per ora “Non ci sono i motivi per fare un’altra legge di bilancio perché riteniamo sia corretta“, assicura il ministro dell’Economia a Porta a Porta.
“Ci sono incertezze di tipo politico e ovviamente ci sono i mercati finanziari”
Monitoreremo quello che accade ma sarà un’analisi razionale della situazione economica, decideremo cosa fare. Attualmente non ci sono elementi nuovi”. Potrebbero però arrivare venerdì, quando è atteso il giudizio di Standard & Poor’s: il downgrade, probabile, potrebbe esporre a nuovi rischi l’economia del Paese. E infiammare ancora di più lo spread, spingendolo verso la temuta soglia dei 400 punti. Tanto più che i 320 con cui ha chiuso mercoledì la Borsa sono già “non una febbre a 40 ma nemmeno 37”.
“Uno spread alto pone un problema al sistema bancario”
“Ci saranno nel prossimo mese gli stress test e lì si definirà come intervenire. non è certo che se portiamo il 2,4% di deficit al 2% la situazione cambia“.
Per Tria, come per il resto del governo, “non c’è fondamento economico” alle reazioni dei mercati, piuttosto “credo che il problema sia l’incertezza politica ovvero dove il governo vuole andare a finire perciò ribadiamo che non vogliamo uscire dall’Euro“. Anzi, “non si esce dall’Unione europea e dall’eurozona” anche se le arrivasse la procedura di infrazione.
Invece, “credo che i toni da campagna elettorale gonfino” la situazione, “sembra che un 2,4% possa compromettere la finanza pubblica: io credo che tutti debbano abbassare i toni”, ammonisce il ministro rivolgendosi a Bruxelles, cui ricorda che l’Italia è sì il primo paese che si è visto bocciare la manovra, ma solo da quando è in vigore il fiscal compact.
Il ministro non risparmia un’ulteriore critica
“La lettera ricevuta ieri non credo sia stata molto meditata dalla commissione Ue, mi ha lasciato in alcune parti perplesso e anche un po’ sorpreso, credo ci sia stato una valutazione superficiale su alcuni punti e addirittura giudizi negativi su misure che non ci sono nella manovra, forse hanno letto sui giornali“.
Il ministro difende, invece, i tecnici del Mef attaccati nelle scorse settimane dal portavoce di Chigi Rocco Casalino, oltre che dal M5s: “Non desidero commentare volgarità e minacce contro funzionari dello Stato – è la risposta a Famiglia Cristiana – specie se questi ricoprono una funzione di garanzia ed indipendenza universalmente riconosciuta e prevista dall’ordinamento“.
L’interessato non ribatte, mentre il premier taglia corto spiegando di non aver “nulla da aggiungere rispetto a quanto affermato un mese fa”, quando venne espressa “piena fiducia” al portavoce.
Attacca invece il M5s: “Ci sorprende che il ministro Tria invece di fare valutazioni di merito e pulizia nel suo Ministero li difenda a prescindere“.