Roma – Nuovo incidente diplomatico tra Lega e M5S sulla manovra. La miccia è innescata dalle parole di Giancarlo Giorgetti a proposito delle “complicazioni attuative non indifferenti” relative al reddito di cittadinanza che, “se riuscirà a produrre posti di lavoro, bene, altrimenti resterà un provvedimento fine a se stesso“.
Una fotografia dell’esistente che non rallegra l’alleato di governo
Duro il ministro Riccardo Fraccaro, secondo cui “le complicazioni nascono quando si prova a insinuare dubbi sui punti inseriti nel contratto”. Il Governo non arretrerà di un solo millimetro, assicura il titolare per i Rapporti con il Parlamento.
Una manciata di minuti prima che il sottosegretario detonasse la bomba, il vicepremier Luigi Di Maio aveva promesso la misura simbolo dei Cinquestelle e Quota Cento in un decreto apposito nel periodo di Natale.
La polemica è servita
Tocca al premier Giuseppe Conte intervenire a favore del socio di maggioranza dell’esecutivo, di cui, d’altronde, è espressione. E da Tunisi assicura: “Nella manovra ci sono le risorse sia per il reddito di cittadinanza che vogliamo sia per la riforma della legge Fornero che abbiamo progettato”.
Battibecchi a distanza si susseguono per l’intera giornata finché in serata si tiene un vertice notturno a palazzo Chigi fra Conte e Giorgetti in cui ufficialmente si è discusso di maltempo, ma secondo rumors il presidente del Consiglio sarebbe addirittura rientrato prima dalla Tunisia.
Dall’interno del Palazzo filtra un messaggio rassicurante, affidato al solo Giorgetti
“Siamo al lavoro per risolvere i problemi del paese. Siamo sorpresi dalle polemiche inutili e pretestuose – parla anche a nome del premier il sottosegretario braccio destro di Salvini -. Il governo va avanti unito con Lega e 5 stelle sulle cose da fare a cominciare dal dossier alluvioni e dal bilancio. Con l’Europa discuteremo con tranquillità e con le idee chiare senza arretramenti”.
Sul tavolo, oltre alla legge di Bilancio, c’è il rapporto con l’Europa
Conte prova a uscire dal cono d’ombra anche su questo fronte. Matteo Salvini farà una manifestazione contro Bruxelles l’8 dicembre? Rientra nella “fisiologia dialettica del dibattito politico”, replica il premier dal Paese africano, ma con le istituzione europee “interloquisce” lui. L’Avvocato del popolo frena quindi le velleità Capitano: “Mi siedo io al tavolo delle trattative e caratterizzo io il tono di questa interlocuzione”.
In tutta la storia c’è soltanto un grande assente
Il ministro dell’Economia Giovanni Tria, il più titolato a parlare della manovra e dei soldi a disposizione per realizzarla.