Islamabad (LaPresse) – Saif Mulook, l’avvocato di Asia Bibi, ha lasciato il Pakistan dopo le minacce di morte ricevute. L’uomo ha difeso la donna cristiana accusata di blasfemia contro l’Islam e giudicata non colpevole dalla Corte Suprema pakistana. Un verdetto che ha scatenato la protesta di migliaia di musulmani. “In questo momento non mi è possibile vivere in Pakistan – ha spiegato – ho bisogno di restare in vita per proseguire la battaglia giudiziaria in favore di Asia Bibi”.
Le proteste di un movimento pakistano sono finite solo dopo un accordo con il Governo
I manifestanti islamisti che da tre giorni paralizzavano il Pakistan con proteste contro l’assoluzione della donna cristiana Asia Bibi, inizialmente condannata a morte per blasfemia, hanno annunciato venerdì sera la rimozione dei blocchi stradali a seguito di un accordo raggiunto con il governo. “I capi del partito hanno annunciato la fine delle manifestazioni di protesta nel Paese. I partecipanti sono stati pregati di disperdersi pacificamente”, ha dichiarato ad AFP un portavoce del partito Tehreek-e-Labaik Pakistan (Tlp), Pir Ijaz Qadri.
Il governo del Pakistan ha confermato che è stato raggiunto un accordo. La maggior parte dei manifestanti si professava proprio appartenente al partito radicale Tehreek-e-Labaik Pakistan (Tlp), noto per la sua linea particolarmente dura in materia di blasfemia. Il movimento, fondato nel 2015, aveva ottenuto le dimissioni del ministro della Giustizia dopo un sit-in di novembre 2017. Diventato partito, ha ottenuto 2,23 milioni di voti alle legislative di luglio, anche se nessuno dei candidati è stato eletto deputato.