ROMA – “I casi di morbillo a Bari ci devono preoccupare perché come volevasi dimostrare la situazione del morbillo non è assolutamente sotto controllo, è una situazione allarmante”. A dirlo, a margine di una iniziativa sulla blockchain in sanità, è il presidente dell’istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi.
Situazione deficitaria
“Si è creata in Italia dal 1999 – spiega Ricciardi – da quando il Parlamento ha abrogato l’obbligo di iscrizione a scuola con il certificato di vaccinazione, una vera e propria bomba microbiologica. I bambini che non si sono vaccinati nel 1999 oggi hanno 18-19 anni e sono decine di migliaia; vivono e si muovono e il morbillo è un virus tra i più contagiosi che esistono. In tutto il continente americano – aggiunge – il morbillo non esiste più, non ci sono più casi autoctoni”.
Più collaborazione tra le parti
Ad un livello ottimale si arriva tramite la collaborazione di tutte le componenti della società. La scienza che ha messo a disposizione i vaccini. In alcuni stati l’introduzione dell’obbligo. Scelte che servono per proteggere la popolazione e i bambini come quello di 11 mesi che a Bari è gravissimo perché non si poteva vaccinare. E in Italia questi bambini che non si possono vaccinare, perché ancora piccoli o perché hanno problemi di immunodepressi, sono migliaia: abbiamo più di mille oncologici e più di 10 mila immunodepressi. Se il Paese non si rende conto che questa battaglia va fatta in maniera convinta, fenomeni di questo tipo ne continueremo a vedere tanti”.
Il piano di eradicazione
Il ministero della Salute aggiunge: “Ne avevo parlato col ministro che mi era sembrata molto convinta sul morbillo di varare un’azione particolarmente energica. Siamo contenti, è chiaro che siamo a disposizione ove ci venga richiesto di contribuire a questo piano”.
Operatori sanitari poco ligi alle leggi
“Penso che sia arrivato il momento di prevedere l’obbligo vaccinale anche per gli operatori sanitari dice Ricciardi – Per tanti anni anche nei loro confronti abbiamo esercitato un’attività di persuasione e formazione ma se non si supera il 15-20% di vaccinati è chiaro che serve l’obbligo. Alcune regioni come l’Emilia Romagna, che si è mossa in questo senso – evidenzia – l’hanno fatto, ma credo che ora tocchi al Paese”.
Occorre cambio di marcia
I professionisti della sanità e quelli della scuola non vivono la vaccinazione come dovrebbero – aggiunge – come un vero e proprio obbligo morale, ma come una costrizione per cui non abbiamo più del 10-15% di persone che in questi mondi si vaccinano. E queste sono altrettante persone che possono prendere la malattia, in media vanno in ospedale nel 40-50% dei casi e quando uno si prende il morbillo in età avanzata è una patologia quasi sempre complicata e quasi sempre lo trasmette”.
Attuare l’obbligo
“C’è una legge sulla sicurezza sui luoghi di lavoro che obbliga il datore di lavoro e il lavoratore ad attuare le misure per la prevenzione dei rischi, e non c’è rischio più evidente di quello della malattia, e quindi a legislazione vigente non serve altro che far rispettare la legge. Se ci fosse un intervento chiarificatore – sottolinea – da parte dei ministeri competenti sarebbe però un contributo importante. Se non ti vaccini contro determinate patologie non puoi lavorare in reparti ad alto rischio dove ci sono pazienti fragili. L’ospedale deve essere un luogo di cura non di rischio”.