Trieste (LaPresse) – Sono circa quattrocento i finanzieri del comando regionale Friuli-Venezia Giulia che sono impegnati dall’alba di oggi nel triveneto e in tutto il territorio nazionale. In acquisizioni documentali, perquisizioni e sequestri disposti dalla Procura della Repubblica del tribunale di Gorizia. Presso decine di enti pubblici, società e abitazioni di soggetti sottoposti ad indagini. All’esito preliminare di un’attività investigativa condotta su molteplici appalti di opere pubbliche per un valore di oltre un miliardo di euro.
Le procedure di affidamento oggetto delle indagini riguardano la manutenzione. E la costruzione di strade, autostrade, ponti, viadotti, cavalcavia, sottopassi, gallerie, piste aeroportuali, edifici, opere fluviali. Ed anche di sistemazione idraulica, acquedotti, gasdotti, opere marittime e lavori di dragaggio, impianti di bonifica e protezione ambientale.
Oltre quattrocento i finanzieri impiegati nell’azione
Ciò che emerge dalle risultanze istruttorie non sono solo le decine di turbative d’asta tra le imprese coinvolte per effetto di pratiche collusive. Ma anche un pericoloso fenomeno di frode nella realizzazione delle opere appaltate con lavorazioni eseguite utilizzando talvolta materiali non certificati, difformi da quelli dichiarati. E in quantitativi inferiori rispetto a quelli richiesti e fatturati. Con conseguenti gravi violazioni anche di natura ambientale. Il tutto con il comportamento a volte omissivo di coloro che avrebbero dovuto esercitare funzioni di controllo.
Tra i reati per cui si procede si evidenziano l’associazione a delinquere, la turbativa d’asta, gli inadempimenti. E le frodi nelle pubbliche forniture, i subappalti in violazione di legge e concussione.
Sono al vaglio altre ipotesi di reato.
Alle 11 è indetta una conferenza stampa presso il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Gorizia in cui saranno illustrati gli esiti delle indagini.