MILANO (LaPresse) – La polizia kenyota ha identificato tre presunti rapitori di Silvia Romano, la cooperante italiana di 23 anni che è stata sequestrata nel Paese. Le autorità hanno diffuso l’identikit dei tre sospettati, diffondendo i loro nomi e descrivendoli come “armati e pericolosi”.
Caso Romano, i tre presunti rapitori
Una ricompensa di un milione di scellini è stata fissata per chiunque fornisca informazioni che portino all’arresto di ciascuno dei tre sospettati, identificati come Adam Omar, Yusuf Kuno Adan e Said Adan Abdi. Silvia Romano è stata rapita martedì 20 novembre a Kilifi, una comunità costiera del Kenya, dove lavorava in un orfanotrofio. Da allora non ci sono state rivendicazioni di responsabilità.
Venti persone sono state fermate finora, le quali secondo la polizia hanno fornito informazioni importanti per tentare di ricostruire i fatti e rintracciare la collaboratrice dell’ong marchigiana Africa Milele. Il capo della polizia nazionale, Joseph Boinett, venerdì si è detto “ottimista” sul caso, seguito nel frattempo dalla Farnesina, e spera di ritrovare “nel più breve tempo possibile” la donna.
Il rapimento di Silvia
Il rapimento è avvenuto a Chakama, nella contea di Kilifi, in un attacco condotto da sei uomini armati che cercavano “la straniera” e hanno sparato con dei kalashnikov sulla gente. Hanno ferito cinque persone, tra cui dei bambini. Gli assalitori sono poi fuggiti lungo il fiume Galana, ma le operazioni di ricerca condotte dalle autorità non hanno dato risultati.
Due motociclette che sarebbero state usate nell’attacco sono state recuperate e la polizia ha annunciato che interrogherà i proprietari. Varie linee d’indagine sono state aperte, incluso il sequestro a scopo di riscatto. Ma la polizia teme che la giovane sia stata portata clandestinamente in Somalia, dove è attivo il gruppo estremista islamico al-Shabaab, come accadde in passato ad altri stranieri.
I precedenti
Nel 2011 avvennero vari rapimenti di turisti e occidentali. Un britannico fu ucciso e la moglie fu rapita mentre si trovavano in un resort di lusso nel nord del Kenya; la donna fu tenuta per oltre sei mesi in Somalia e poi rilasciata. Poche settimane dopo fu sequestrata una donna francese, che morì per una malattia mentre si trovava in Somalia in mano ai rapitori.