Guerriglia prima di River-Boca, la finale di ritorno della Libertadores rinviata ancora

Doveva giocarsi stasera, dopo lo slittamento di ieri per motivi di ordine pubblico. Il fischio d'inizio non c'è stato ancora

BUENOS AIRES – Altro rinvio per la finale di ritorno di Copa Libertadores tra River Plate e Boca Juniors dopo i disordini di ieri. Lo annuncia la Conmebol, la confederazione di calcio sudamericana.  E’ stata così accolta la richiesta di rinvio da parte del Boca che dopo l’assalto al pullman subito ieri riteneva non ci fossero le condizioni di sicurezza per far disputare il match. Diversi giocatori degli xeneizes sono rimasti feriti dall’inalazione dei fumogeni e dal lancio di pietre, bottiglie e altri oggetti.

L’amarezza della Conmebol

“Una giornata triste per il calcio sudamericano. La Conmebol solidarizza con i giocatori, le loro famiglie e tutte le persone colpite. Quello che avrebbe dovuto essere un evento sportivo con il meglio del calcio sudamericano è diventato una vergogna”. E’ l’intervento di Alejandro Dominguez, numero uno della Conmebol, la Confederazione calcistica sudamericana, dopo i gravi disordini prima della finale di ritorno di Coppa Libertadores tra River Plate e Boca Juniors, che hanno portato alla decisione di posticipare l’incontro.

Lotta contro la violenza nel calcio

“La Conmebol – si legge nella sua dichiarazione su Twitter – condanna gli atti violenti e criminali che mettono a rischio delle vite” e “richiede alle autorità competenti un’azione immediata e offrendo tutta la sua collaborazione per identificare, catturare e perseguire i responsabili. Questi fatti non possono rimanere impuniti. I responsabili devono essere gravati dal peso della legge e dal rifiuto della società”. L’appello della Federazione, conclude Dominguez, è che ogni gara sia vissuta “con rispetto verso gli avversari e che mostri il miglior volto del Sudamerica al mondo. Invitiamo tutti i giocatori del calcio sudamericano a stabilire come priorità l’unione degli sforzi per identificare, comprendere e combattere le cause e le violenze che permeano il nostro calcio ogni anno”.

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