Polizia municipale nella proprietà di Di Maio senior, allontanati i cronisti

Ancora ignoti i motivi della visita dei caschi bianchi. Il padre del vicepremier è stato recentemente accusato di aver pagato in nero alcuni dipendenti.

Foto Fabio Sasso/LaPresse29-10-2018 Maddaloni, Caserta - ItaliacronacaPresentazione del nuovo servizio Mercitalia Fast, treno veloce per trasporto merci delle FS, presso lo scalo merci di Maddaloni.Nella foto: il Ministro Luigi di Maio

NAPOLI – Due agenti della Polizia municipale sono andati a corso Umberto 69 a Mariglianella, nello stabile di cui è comproprietario il padre del vicepremier Luigi Di Maio.

Cronisti allontanati

Alla vista dei giornalisti, diverse persone hanno invitato i cronisti ad allontanarsi. “Di Maio è l’orgoglio della nostra nazione”, avrebbero gridato i presenti. Al momento non si conosce il motivo della visita della Polizia municipale.

Le accuse mosse a Di Maio senior

Proprio ieri Luigi Di Maio ha provato a mettere la parola fine alla vicenda dei lavoratori in nero nell’azienda di suo padre. Il ministro ha infatti pubblicato alcune carte che dovrebbero scagionarlo dall’accusa più dolente. Quella secondo la quale lui stesso potesse aver lavorato in modo irregolare nell’impresa del genitore. “Come promesso, pubblico i documenti che dimostrano l’assunzione nell’azienda di mio padre e le relative buste paga per il periodo di lavoro”. Glielo avevano chiesto gli inviati de Le Iene, i primi a sollevare il dubbio sulla regolarità dei periodi svolti dall’attuale vicepremier come muratore all’Ardima, la ditta familiare.

Le prove del ministro

Il vicepremier ha reso note tramite il blog del M5S alcune carte che dimostrano l’assunzione e 4 buste paga. Il contratto di lavoro dei dipendenti edili è a tempo determinato, dal 27 febbraio 2008 al 27 maggio 2008, con orario a tempo pieno e la la mansione di manovale. Manca l’estratto conto contributivo gli contesta il Pd che intende ora portare la vicenda in Paramento. Con un’interrogazione al ministro del Lavoro sottoscritta da tutti i deputati del Pd, i dem hanno infatti formalmente chiesto al ministro Di Maio se “intenda rendere pubblica l’intera documentazione inerente al suo rapporto di lavoro con la Ardima costruzioni”. Al leader grillino si chiederà inoltre di chiarire anche “se nel corso degli anni dal 2008 al 2013 sia stato percettore di trattamenti di indennità legati allo stato di disoccupazione”.

Anche il sindacato scende in campo

La segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso ha riferito che “il ministro del lavoro ha il dovere istituzionale di mandare gli ispettori a verificare la situazione. Solo su quella base potranno essere dati giudizi”.

Presto nuovi documenti

Di Maio ha infine spiegato di aver pubblicato i documenti “immediatamente reperibili”, ma ha promesso di rendere presto noti “anche gli altri richiesti. Non appena saranno state ultimate tutte le verifiche necessarie”. Il ministro ha sottolineato che la sua “quota di partecipazione nella società Ardima è sempre stata regolarmente dichiarata a partire dal 2014. A dimostrazione ulteriore che i fatti denunciati non riguardano il periodo in cui sono socio dell’azienda”.

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