Roma – Sulla manovra il Governo non ha ancora deciso in quale direzione andare. Certo, sono allo studio una serie di simulazioni sulle due misure principali, Quota 100 e Reddito di cittadinanza, e anche su altri capitoli. Ma si tratta di studi tecnici, di proiezioni sui costi effettivi che si potrebbero avere, sui risparmi su cui si potrebbe contare.
Nel caso in cui le spese dovessero essere minori di quanto stanziato, si userà il “tesoretto” nella trattativa con la Commissione europea. E’ questo il quadro che emerge dall’intervento del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, in commissione Bilancio della Camera, dove ormai è quasi terminato l’esame degli emendamenti, anche perché il provvedimento è atteso nell’Aula di Montecitorio.
Tria, di ritorno da Bruxelles a Roma, accetta di parlare davanti ai deputati
Molti di loro, all’opposizione, avevano reclamato a gran voce la presenza del ministro. Ma la sua è una informativa, non una audizione vera e propria. E, appena arriva, sembra non voler dare risposte alle domande dei parlamentari. Questo fa infuriare Partito democratico e Fratelli d’Italia. Tria sottolinea di non aver accettato di partecipare ad una audizione, di non voler “offendere nessuno”, soprattutto “se potete pensare che una informativa sia inutile”. Ma “se me lo dite me ne vado”.
Le premesse non sono buone
Il presidente della Commissione Bilancio, Claudio Borghi, prova a calmare le acque: “Si sta giocando sui termini informativa e audizione: voi avete chiesto di sentire il ministro“, e in effetti questo avviene.
Il responsabile dei conti pubblici parla, ascolta gli interventi dei diversi gruppi, e parla ancora. Ma fa capire che è tuttora in corso il dialogo con l’Ue (definito “sempre più costruttivo”). E non si sbottona troppo. “Stiamo esaminando opzioni possibili“, soprattutto su Quota 100 e Reddito di Cittadinanza, con “interlocuzioni tra Inps e Mef”.
“Le opzioni tecniche dovranno avere un avallo politico”
Insomma, “allo stato attuale nulla è cambiato”, e l’obiettivo primario è ” vedere gli spazi che ci sono”. Una strada da percorrere, dialogando con l’Ue, è la vendita di immobili e la dismissione di asset “per dare una garanzia di discesa del debito”.
A sentire il ministro, “forse in quell’ambito è possibile fare ancora qualcosa”, così come ci possono poi essere altre misure “aggiuntive” per “agire in parte sul deficit nominale e in parte sull’attivazione di misure di flessibilità”.
Tria ammette che “il quadro macro può cambiare”
“Sta cambiando fortemente il contesto: la Germania sta rallentando” e, “c’è un convitato di pietra, l’aumento dello spread, che ha un effetto negativo sull’economia”. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, intervenendo all’assemblea pubblica di Anfia, sembra essere più ottimista: assicura che “la battuta d’arresto del Pil nel terzo trimestre è solo temporanea”, e ai cronisti che cercano di capire se davvero si otterrà qualcosa nel dialogo con Bruxelles, risponde che “le parole hanno un peso”, e il suo è “un silenzio virtuoso e operoso”.