Piano industriale Cdp 2019-2021: investimenti da 200 mld in 3 anni. Focus su imprese e sostenibilità

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse in foto Fabrizio Palermo

Roma – Quasi un terzo di risorse in più rispetto allo scorso triennio e lo sviluppo sostenibile come bussola. La ‘nuova era’ di Cassa Depositi e prestiti inizia con un maxi piano industriale, che prevede 203 miliardi di euro per il periodo 2019-2021 a supporto di imprese, infrastrutture e territorio.

La società, controllata per l’83% dal Ministero dell’Economia, mobiliterà oltre 110 miliardi di euro di risorse proprie per la crescita economica e lo sviluppo sostenibile del Paese, attivando oltre 90 miliardi di fondi aggiuntivi da investitori privati e altre istituzioni territoriali, nazionali e sovranazionali.

Proprio il numero 1 di Via XX Settembre Giovanni Tria promuove il nuovo piano, perché può dare “un impulso veramente importante al rilancio dell’economia italiana. Cdp è chiamata ad avere un ruolo crescente nel rilancio dell’economia italiana, dobbiamo recuperare il 20% degli investimenti totali venuti a mancare negli anni della crisi”.

L’ad Fabrizio Palermo non nasconde la sua soddisfazione per quanto presentato

Il Piano industriale approvato “sancisce l’avvio di una nuova fase di Cassa depositi e prestiti che, con un impegno senza precedenti, assumerà nel prossimo triennio un ruolo di crescente proattività nel sostenere la crescita economica e lo sviluppo sostenibile”.

Vicinanza ai territori e tutela del risparmio postale come cardini

Il presidente Massimo Tononi avvisa tutti: non ci saranno sprechi di risorse per “investimenti in perdita, azzardati”, mentre sulle operazioni straordinarie frena: “Ce ne occuperemo se sarà il caso, ma la nostra attività è di altra natura“.

No a privatizzazioni

Il colosso Cdp, che vanta partecipazioni importanti in crocevia economici come Eni, Poste, Terna e Snam, al momento non sembra voler intervenire sul dossier privatizzazioni né sul fronte Alitalia, dove “non è ipotizzabile un investimento”.

Meglio pensare alla diversificazione delle fonti di raccolta, anche grazie ad un portafoglio già ampio, con 35 miliardi di partecipazioni e 50 milirdi di titoli in pancia.

L’evoluzione di Cdp passa attraverso la sostenibità, con l’emissione di social e green bond e il 32% di risorse attivate in più rispetto al 2016-2018.

Il suo futuro con la guida di Palermo passerà su quattro linee

83 miliardi per le imprese, 25 miliardi per infrastrutture, Pa e territorio, 3 miliardi per la cooperazione e infine le brandi partecipazioni strategiche.

Per l’azionista di maggioranza Tria il suo ruolo è “cruciale”, con il vicepremier Luigi Di Maio che rilancia: “Da oggi mettiamo a disposizione 200 miliardi in tre anni di investimenti pubblici per imprese, infrastrutture, territori e sviluppo“.

Le pmi attendono

Con gli investimenti di Cdp si può far ripartire il Pil nel 2019. Sarebbe una buona notizia anche per l’Europa che ci guarda con attenzione.

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