Reggio Emilia, maltrattamenti alla madre invalida: denunciato 37enne

Da oltre una quindicina di anni un 37enne reggiano maltrattava l’anziana madre, invalida al 100%

Foto LaPresse - Claudio Furlan

REGGIO EMILIA (LaPresse) – Reggio Emilia, maltrattamenti alla madre invalida: denunciato 37enne. Da oltre una quindicina di anni un 37enne reggiano maltrattava l’anziana madre, invalida al 100%. Arrivando perfino a precluderle l’accesso al bagno tanto da costringerla a fare i bisogni nel pannolone. O, in alternativa, in un bidet che il figlio aveva fatto installare nella camera da letto della mamma. Una vicenda portata alla luce dalle indagini dei carabinieri della stazione di San Polo d’Enza (Reggio Emilia). Che, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia continuati ed aggravati dal fatto di essere compiuti ai danni di un’anziana invalida al 100%, hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia il figlio della vittima, un 37enne operaio reggiano.

Le indagini dei carabinieri avviate a seguito di specifica delega da parte della procura reggiana. Che aveva aperto un fascicolo sulla scorta di una relazione da parte dei servizi sociali. Dove venivano segnalati plurimi episodi di maltrattamenti e di abbandono che un’anziana donna era costretta a subire da tempo.

I carabinieri hanno avviato articolate indagini. Per mezzo delle quali i militari documentavano, in maniera incontrovertibile, le condotte delittuose commesse dall’indagato da oltre 15 anni nei confronti dell’anziana madre. Offese, minacce, costante violenza psicologica e alcuni episodi di percosse. Questo il quadro ricostruito dai carabinieri sampolesi. Che però si sono concentrati sullo stato di abbandono in cui l’anziana invalida era costretta vivere da anni. Sebbene convivesse proprio con il figlio. Tra le gravi condotte delittuose contestate all’indagato quella più significativa è il divieto per l’anziana di espletare i propri bisogni fisiologici nell’unico bagno dell’abitazione.

Nel corso delle indagini decine i testimoni ascoltati dai carabinieri di San Polo d’Enza. Che, peraltro, hanno acquisito documentazione medica della donna per mezzo della quale sono state riscontrate, oggettivamente, le accuse in capo al figlio.

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