Roma (LaPresse) – Riceverà un encomio il carabiniere aggredito mentre difendeva un tifoso del Eintracht, a Roma. Lo annuncia la ministra della Difesa Elisabetta Trenta, intervistata dal Messaggero, mentre le immagini del militare che, con la pistola in pugno, viene colpito ma indietreggia e sceglie di non sparare, fanno il giro della rete. “È stato di una lucidità e di una professionalità straordinarie”, commenta la ministra. E aggiunge che “Roma va aiutata”, perché è una delle città che soffre episodi come quello avvenuto mercoledì scorso.
“Io quei soggetti non li chiamo tifosi, ma delinquenti – prosegue la ministra -. Hanno aggredito delle persone, poi anche un nostro carabiniere, un servitore dello Stato, e quando colpisci un servitore dello Stato è come se colpissi lo Stato stesso. È un’offesa al Paese, mi auguro pagheranno quel che devono in tempi rapidi”.
I nostri militari sono esposti ogni giorno al pericolo, rischiano la vita per garantire la nostra sicurezza, specie i carabinieri, che hanno una forte peculiarità territoriale – aggiunge -. Ma anche i nostri soldati di Strade Sicure, ad esempio, sono esposti ad ogni forma di criminalità. Basti pensare all’attacco che hanno sventato nei giorni scorsi nei pressi del Vaticano. Il punto è che servono maggiori tutele, quando i nostri uomini intervengono e lo fanno nel pieno rispetto delle regole devono sentirsi garantiti. E poi servono pene più severe”.
“C’è un problema di sicurezza diffuso in tutto il Paese, soprattutto nei principali centri urbani – continua Trenta -. Roma è una delle città che soffre questi episodi e per questo va aiutata. La sindaca Raggi ha ragione quando dice che i comuni da soli non possono farcela, serve un supporto della politica e delle istituzioni centrali affinché i cittadini possano sentirsi più sicuri e le forze dell’ordine devono essere messe in grado di operare al meglio”.