Trento (LaPresse) – L’azione di controllo del territorio voluta dal Questore di Trento Garramone contro la criminalità ha portato il 13 dicembre a 5 arresti. Il tutto è nato dal sequestro effettuato l’8 agosto 2017, all’interno dell’aeroporto tedesco di Francoforte, di una busta contenente 20 grammi di cocaina destinata ad un cittadino italiano. La DCSA ipotizzò che, in relazione al confezionamento dei plichi, l’acquisto dello stupefacente potesse essere avvenuto attraverso la rete darknet. I poliziotti della squadra mobile di Trento non escluse che ulteriori acquisti potessero essere avvenuti attraverso la rete. E per tale motivo, il 29 agosto 2018, eseguì una perquisizione domiciliare nei confronti della persona fermata a Francoforte. Durante la quale hanno sequestrato circa 50 grammi di cocaina e circa 500 grammi di marijuana. Motivo per il quale hanno arrestato il soggetto.
Nel corso dei primi riscontri emerse infatti che nel traffico di sostanze stupefacenti avevano coinvolto altre persone. E che, in occasione del sequestro dell’8 agosto, lo stupefacente era stato acquistato attraverso un sito web. Ed era stato pagato per mezzo di ricariche poste pay convertite in moneta Bitcoin, prelevate dal suo portafoglio elettronico. Nello stesso giorno hanno perquisito la casa del soggetto. Portando al sequestro di circa 50 grammi di cocaina, 8.850 grammi di marijuana e 5.940 euro in banconote false.
Lunga indagine, portata avanti grazie a diversi indizi scovati nel tempo
Le forze dell’ordine hanno arrestato il soggetto il giorno dopo. Anche in questa seconda occasione emersero indicazioni di altre persone coinvolte nel traffico. Ed in particolare una serie di elementi da cui emergevano importanti trasferimenti di droga dalla Spagna. L’attività di indagine indirizzò i poliziotti verso altri canali. Grazie anche alle intercettazioni telefoniche, il 20 settembre hanno fermato un camion proveniente dalla Spagna con a bordo 18 chili di hashish. E la somma di 3.500 euro destinata al pagamento per il lavoro svolto da uno dei consociati. Nell’occasione vennero arrestate tre persone.
Nei giorni successivi, l’analisi dei telefoni sequestrati acclarò una diretta conoscenza fra tutti gli indagati. Ed il loro pieno coinvolgimento nella programmazione ed importazione dello stupefacente dalla Spagna. Ed anche al rapporto d’affari instaurato fra cittadini italiani con i fornitori spagnoli e le trasferte effettuate in Spagna. Sulla base delle risultanze investigative emerse nel corso dell’indagine hanno emesso cinque ordinanze di custodie cautelari. Di cui tre in carcere e due agli arresti domiciliari tutte eseguite il 13 dicembre. Sono state sequestrate, ai fini della confisca, anche tre autovetture ed una moto.