Roma (LaPresse) – “All’inizio lo temevo, quando ho capito che tutti i membri della Commissione erano per l’apertura della procedura di infrazione contro l’Italia. Poi, nel corso della trattativa ci sono stati momenti in cui c’erano aperture, e poi rigide chiusure del fronte del rigore. Martedì si è sbloccata la situazione con i rigoristi. Mi sono reso conto che per togliere dal tavolo l’eventualità della procedura di infrazione dovevo parlare col capofila del fronte del rigore”. Così il premier Giuseppe Conte in una intervista al Correire della Sera, all’indomani dell’accordo con l’Ue sulla manovra economica. “Ho chiamato Dombrovskis, ho detto che condividevo le sue preoccupazioni, e sono riuscito a spiegare le ragioni per le quali la terza economia dell’eurozona non poteva essere sottoposta a quella procedura: anche l’Ue rischiava di entrare in una spirale dalle implicazioni pericolose. E l’ho convinto” spiega.
Il Premier soddisfatto che l’Italia abbia evitato la proceduta di infrazione
“Dovevo portare a casa un risultato importante per l’Italia: evitare l’apertura di una procedura di infrazione per debito eccessivo. L’ho fatto e ne sono felice per il mio Paese – aggiunge Conte – Quanto al mio ruolo, in certi passaggi è necessario enfatizzarlo, altre volte preferisco operare sintesi in maniera più discreta”. “È stata una trattativa con alti e bassi, che ho cercato di affrontare con perseveranza e tenacia. Sapevo di dover raggiungere un obiettivo utile al mio Paese – ribadisce – E ho cercato di perseguirlo sapendo che c’erano condizioni non solo tecniche ma politiche delle quali tenere conto nell’interesse del Paese”. “Con l’Europa bisogna dialogare, sempre – spiega Conte – E questo mi pare di averlo fatto con ostinazione. Ma bisogna anche farlo senza rinunciare al proprio programma politico e ai propri obiettivi”.
Sull’assenza dei due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, alle comunicazioni in Senato il presidente del Consiglio taglia corto: “Erano assenti giustificati” è “inutile ricamare su problemi inesistenti. Avevano impegni istituzionali e mi avevano avvertito che non potevano essere presenti”. Lei non va molto in tv. Come mai? “I miei collaboratori vorrebbero che ci andassi di più. Ma la sovraesposizione mediatica non si addice al mio carattere, e non è sempre funzionale a incrementare il consenso”.