Firenze – Una condanna a 16 anni, tenendo conto di una pena effettiva di 24 anni, ridotti di 8 per il rito abbreviato. È la richiesta formulata dal pm Giuseppe Ledda nei confronti dell’ex tipografo in pensione Roberto Pirrone, accusato dell’omicidio dell’ambulante senegalese Idy Diene, avvenuto il 5 marzo scorso sul ponte Vespucci, a Firenze.
Gli avvocati Sibilla Fiori e Massimo Campolmi che difendono l’omicida hanno chiesto di tener conto anche della perizia psichiatrica che ha evidenziato come Pirrone soffrisse di disturbi depressivi, per quanto, come stabilito, fosse in grado di intendere e volere al momento degli spari. La sentenza è prevista per il prossimo 7 gennaio. Pirrone ha sempre sostenuto di essere uscito di casa con l’intenzione di suicidarsi. Finendo poi per sparare e uccidere a caso alla prima ma persona incontrata. “Mi sono detto sparo così vado in galera e la faccio finita con questa vita non dignitosa” dichiarò agli inquirenti durante l’interrogatorio. L’uomo avrebbe detto di non riuscire più ad andare avanti, a causa dei debiti e delle continue liti con la moglie per i problemi economici.
In realtà dai filmati che hanno ripreso la scena si nota come in effetti l’uomo abbia precedentemente incrociato e schivato altre persone prima di sparare. Diene, 53 anni, sengalese, venditore ambulante molto noto in città, fu raggiunto da più colpi di pistola all’altezza del torace. Pirrone sparò con una Beretta regolarmente detenuta. Fu una pattuglia dell’Esercito, formata da personale del 186/o reggimento paracadutisti Folgore e impiegata nell’operazione Strade sicure a Firenze, a individuare e bloccare l’uomo poi portato in questura dalla polizia per l’omicidio.
(LaPresse)