Milano – Parte da Gela parte il progetto “waste to fuel” per creare combustibile da rifiuti. E’ “un esempio tangibile del modello integrato di economia circolare di Eni imperniato su tre pilastri (sinergia, simbiosi industriale e cambio culturale). E permetterà quindi di acquisire le informazioni necessarie per la progettazione di nuovi impianti su scala industriale che Eni realizzera’ in altri siti in Italia”. Lo ha detto l’amministratore delegato, Claudio Descalzi, in un’intervista al Sole 24 Ore. “L’idea – spiega – è quella infatti di realizzare diversi impianti Forsu distribuiti presso le principali città. E riuscire a eliminare una grande quantità di rifiuti organici. Riutilizzandoli e fornendo un significativo contributo in termini di vantaggi ambientali alle grandi aree urbane in Italia e all’estero”.
Desclazi ha anche parlato del processo milanese nel quale sono stati condannati con rito abbreviato due mediatori di una presunta maxi tangente che sarebbe stata pagata da Eni e Shell in Nigeria. Descalzi, il suo predecessore Paolo Scaroni e altre 15 persone sono imputate nel filone principale del processo che è in corso per la medesima vicenda. “Sono estremamente sereno – ha detto il numero uno dle ‘Cane a Sei Zampe’ – e ho l’assoluta fiducia che, durante il dibattimento in corso presso la settima sezione del tribunale di Milano, sapremo esprimere la nostra totale estraneità a fatti che non sussistono e dimostreremo che nessuna attività all’interno dell’azienda è stata svolta al di fuori delle regole”.
(LaPresse)