FRANCOFORTE – Nel suo ultimo bollettino economico dell’anno, stilato però prima delle correzioni alla manovra, la Bce ricorda che “è necessario proseguire gli sforzi di risanamento delle finanze pubbliche nel pieno rispetto del Patto di stabilità e crescita (Psc)”. E in quest’ottica è quindi “particolarmente preoccupante la circostanza che la più ampia deviazione rispetto agli impegni assunti si riscontri in Italia. Un paese in cui il rapporto tra debito pubblico e Pil è notevolmente elevato”.
Italia tra i Paesi deboli
Francoforte spiega che “il forte indebitamento” rende i paesi “vulnerabili” a eventuali shock economici e finanziari e nel caso dell’Italia fa notare che lo spread Btp-Bund ha visto negli ultimi tre mesi “una notevole volatilità” a differenza di quelli degli altri paesi della zona euro che “si sono mantenuti sostanzialmente stabili”.
Porre solide basi di bilancio
Ma non solo. “La mancata costituzione di sufficienti margini di bilancio” in paesi ad alto debito fa anche “aumentare il rischio” che i loro governi debbano “inasprire le politiche di bilancio in periodi di futuro rallentamento economico”, avverte la Bce. Mettendo quindi in risalto che “uno degli insegnamenti più importanti ricavati dalla recente crisi finanziaria è che solide posizioni di bilancio dotano i paesi di margini di manovra cui possono dover ricorrere per fronteggiare shock imprevisti”.
E l’istituto guidato da Mario Draghi rincara la dose rimarcando che la deviazione dei conti pubblici italiani dal Psc andrà a pesare poi sull’indebitamento dell’eurozona.
Bce: per l’Italia Stime di crescita al ribasso
Le prospettive relative al disavanzo delle amministrazioni pubbliche dell’area dell’euro per i prossimi due anni sono peggiorate. E “il più elevato disavanzo è in parte il risultato di un notevole peggioramento del saldo di bilancio previsto in Italia, in seguito all’espansione fiscale inserita nei documenti programmatici di bilancio”, scrive ancora la Bce nel bollettino. Poi conferma al ribasso le stime di crescita per la zona euro per quest’anno e l’anno prossimo: rispettivamente all’1,9% dal 2% e all’1,7% dall’1,8% precedenti.
Le cause dei rischi
Francoforte spiega che “i rischi per le prospettive di crescita si possono tuttora ritenere sostanzialmente bilanciati”. Ma che “si stanno orientando al ribasso”. E le cause sono “le persistenti incertezze connesse a fattori geopolitici, la minaccia del protezionismo. E ancora la vulnerabilità nei mercati emergenti e volatilità nei mercati finanziari”, conclude la Bce”.