ROMA – Urla, tentativi di “assalto” ai banchi del Governo e seduta sospesa: il dibattito sulla manovra alla Camera parte così e il presidente dell’assemblea Roberto Fico finisce nel mirino dell’opposizione. L’accusa: non salvaguardare le prerogative del Parlamento. Quanto all’assalto, Emanuele Fiano del Pd (noto per la proposta di legge contro il fascismo) e un deputato di Fdi si avvicinano ai banchi della presidenza e gettano sui banchi del governo un faldone di emendamenti.
Contestata la procedura in commissione Bilancio
Fico ha dovuto subito difendersi: l’opposizione ha fatto notare che ieri in commissione Bilancio è stato votato il mandato al relatore sulla Manovra senza che un solo emendamento al testo venisse esaminato. A questo punto, il Pd ha chiesto subito il voto sulla sospensione dei lavori per tenere la conferenza dei capigruppo. La replica di Fico è stata sovrastata dalle urla dei gruppi Pd e Fdi e del deputato di Forza Italia Renato Brunetta. Il comportamento del presidente della commissione, ha notato Fico, Borghi rispecchia una “prassi consolidata”. Alla fine, tra le urla, Fico sospende la seduta e convoca la conferenza dei capigruppo “come richiesto dall’opposizione”. Prima Enrico Borghi, poiFiano corrono verso la presidenza, quest’ultimo brandendo un fascicolo degli emendamenti, e i commessi lo placcano.
Delrio: questo presidente è di parte
I rappresentanti delle opposizioni hanno poi abbandonato la riunione dei capigruppo. “Il presidente della Camera deve essere soggetto di garanzia e non di parte. L’opposizione è stata umiliata. Fico non ha fatto votare la sospensione perchè mancava la maggioranza”, dice il capogruppo del Pd Graziano Delrio. “Noi abbiamo rispetto per Fico, ma lui deve avere rispetto per l’opposizione. Venga in Aula a spiegare il suo comportamento”, aggiunge Maria Stella Gelmini di Fi.
Fiano (Pd) colpisce Garavaglia e si scusa
Fiano, da parte sua, si scusa per aver colpito il sottosegretario Garavaglia lanciando il fascicolo. Ma tiene a precisare, rivolto a Fico, che “lei è mal consigliato sui precedenti, non so da chi suggeriti. Nei casi in cui si è dato mandato al relatore senza discussione degli emendamenti, il testo per lo meno era stato discusso in una delle due Camere. Questa non è l’abolizione del bicameralismo. Questa è l’abolizione del parlamento. E se non le difende lei le prerogative del parlamento, chi deve difenderle?”.
I Dem ricorrono alla Consulta
E oggi il Pd ha presentato in una conferenza stampa alla Camera il ricorso alla Consulta sulla manovra. Un ricorso “essenziale, grave e necessario” – ha spiegato il capogruppo dem al Senato Andrea Marcucci – in quanto c’è stata “la precisa volontà di maggioranza e governo di impedire ai parlamentari di capire cosa si stesse votando” in merito alla legge di bilancio.