MILANO – “L’anno che si avvia alla conclusione ci lascia insoddisfatti perché, a livello globale, è mancato di un vero scatto in avanti rispetto alle politiche di contrasto ai cambiamenti climatici e alla difesa della biodiversità che, come dimostrano i dati presentati dal Wwf con il ‘Living Planet Report’ continua ad essere in rapido declino in tutto il mondo: in soli 50 anni è scomparso più del 20% della superficie delle foreste dell’Amazzonia, mentre gli ambienti marini del mondo hanno perso quasi la metà dei coralli negli ultimi 30 anni”. Lo dichiara la presidente del Wwf Italia, Donatella Bianchi, facendo un consuntivo dell’anno che si avvia alla fine.
Nessuna svolta sulle politiche climatiche
La presidente dell’associazione prosegue: “Nemmeno il preoccupatissimo allarme lanciato dall’ultimo rapporto sul cambiamento climatico pubblicato dall’Ipcc è riuscito a fare aprire gli occhi ai decisori politici segnalando l’urgenza di un cambio di paradigma nel modo in cui gestiamo l’energia, i suoli, l’industria, le costruzioni, i trasporti e le città”.
Il bilancio in Italia e la denuncia del Wwf
“Anche per l’Italia – sottolinea ancora – il 2018 è stato un anno in cui, spesso, alle attese non sono seguiti i fatti. Da un lato c’è stata finalmente una presa di coscienza contro il nemico dei mari e delle spiagge: la plastica. Si tratta di un tema su cui il Wwf si è speso molto nel 2018 (ricordiamo il Tour spiagge plastic free che ha coinvolto 1000 volontari in 41 appuntamenti, la petizione che ha raccolto più di 600.000 firme e il Report Mediterraneo in trappola) e continuerà ad impegnarsi a fondo anche nel 2019 con tantissime iniziative tra cui la collaborazione con il Jova Beach Party (il tour 2019 di Jovanotti) che supporterà la nostra campagna di contrasto all’inquinamento da plastiche”.
Le iniziative del ministero dell’Ambiente
“Su questo tema, continua Bianchi, vanno segnalate le iniziative assunte dal ministero dell’Ambiente sul tema, anche grazie alla spinta propulsiva del ministro Costa. È stato, invece, un anno da dimenticare per la biodiversità italiana. A causa dei calendari venatori e altri provvedimenti sulla caccia varati dalle regioni, il 2018 può essere considerato come un vero e proprio annus horribilis. Il Wwf ha difeso i nostri animali selvatici nei tribunali con ben 12 ricorsi di cui 9 andati a buon fine”, continua la leader dell’associazione.
(Lapresse)