Birmania, almeno 2 dimostranti uccisi nelle nuove proteste contro il golpe

Almeno due persone sono state uccise durante nuove proteste contro il colpo di stato militare a Rangoon, in Birmania, nella protratta repressione delle manifestazioni da parte dell'esercito

(AP Photo)

RANGOON (Birmania) – Almeno due persone sono state uccise durante nuove proteste contro il colpo di stato militare a Rangoon, in Birmania, nella protratta repressione delle manifestazioni da parte dell’esercito. Una delle vittime è stata colpita da spari alla testa, l’altra all’addome, secondo i media locali. Video pubblicati sui social media mostrano folle di persone, alcune con indosso elmetto e maschere antigas, che corrono lungo una strada mentre si sente rumore di spari. I manifestanti hanno spruzzato con estintori antincendio nel ritirarsi, metodo sempre più usato per rendere più difficile alla polizia inseguire e mirare con le armi. Ci sono anche notizie di feriti da spari d’arma da fuoco e proiettili di gomma.

 Ieri le forze di sicurezza hanno ucciso almeno sette dimostranti contro il golpe. Il bilancio reale delle vittime è certamente più alto, visto che la polizia ha sequestrato dei cadaveri e alcune persone sono rimaste gravemente ferite. L’esperto indipendente delle Nazioni unite per i diritti umani, Tom Andrews, la scorsa settimana ha parlato di notizie credibili sull’uccisione di almeno 70 persone, citando crescenti prove di crimini contro l’umanità da parte dei militari. Un altro ufficiale ha segnalato una lista di vittime superiore a 90.

(LaPresse/AP)

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