Reddito di cittadinanza -83, centri per l’impiego ancora a zero. Pesce d’aprile in arrivo

Italy's populist Five Star Movement (M5S) party leader Luigi Di Maio, addresses journalist a day after Italy's general elections, on March 5, 2018 in Rome. The anti-establishment Five Star Movement and the far-right euro-sceptic League party were the big winners of the election, which laid bare widespread anger over immigration and frustration with mainstream politics. / AFP PHOTO / Filippo MONTEFORTE

NAPOLI“Con il reddito di cittadinanza si parte a marzo. Non partirà mai ad aprile. Il primo aprile è un ‘pesce d’aprile”. Parole e musica del vicepremier e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, datate 21 dicembre. Ad oggi la misura per dare una risposta all’emergenza povertà e alla disoccupazione è in bozza in un disegno di legge in attesa di completamento e approvazione. E siamo al 7 gennaio. Tra meno di 83 giorni tutto dovrebbe essere pronto. Possibile? Probabilmente no.

La chimera del potenziamento dei Centri per l’impiego

Nella bozza del decreto è prevista una spesa di 50 milioni di euro per l’assunzione di personale da assegnare all’Inps. Per erogare il reddito di cittadinanza, tra tutor personali, psicologici e professionisti di ogni genere serviranno migliaia di nuovi lavoratori, visto che finora gli enti locali hanno faticato anche a gestire le pratiche per il Reddito d’inclusione, decisamente meno complesso e oneroso rispetto a quello voluto dai 5 Stelle. I concorsi in Italia hanno tempi biblici. Impensabile che in 83 giorni ci siano uffici e migliaia di lavoratori pronti a mettersi a disposizione dei milioni (poco meno di 5) di cittadini in possesso dei requisiti per accedere al reddito.

Lavori socialmente utili. Sì, ma come?
Chi riceverà il reddito di cittadinanza dovrà rendersi disponibile a lavorare gratuitamente per il proprio comune di residenza almeno 8 ore a settimana. Tutto questo andrebbe organizzato, messo a sistema. In meno di tre mesi. Fantascienza, viste le difficoltà clamorose e croniche che Comuni e Regioni hanno nel gestire i servizi con i lavoratori che già hanno a disposizione. Figurarsi con migliaia di persone delle quali fino al giorno prima non sapevano praticamente nulla.
Strutture inadeguate

Ma i problemi della disperata, e probabilmente vana, corsa contro il tempo dell’ala 5 Stelle del governo di Giuseppe Conte, non sono finiti. Quando tutto il procedimento burocratico sarà pronto (e potrebbero volerci ben più di tre mesi), i cittadini dovranno presentare la richiesta ai centri per l’impiego. Strutture, ad oggi, assolutamente inadeguate per far fronte a una misura di questo genere. Servirebbero assunzioni (vanno sempre considerati i tempi tecnici di concorsi e quant’altro), migliaia di assunzioni, corsi di formazione. Tutto in due mesi, visto che a marzo dovrebbero essere completate le procedure per l’erogazione del reddito? Una chimera. Il ‘pesce d’aprile’ per gli italiani potrebbe, alla fine, arrivare sul serio. Staremo a vedere.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome