MILANO – Dopo giorni di pesanti cali, culminati nella seduta precedente con un approdo sui minimi mai toccati dal lontano 1993, il titolo di Tim riprende fiato a Piazza Affari.
Il rialzo alla fine è di un comunque moderato 0,54% a 0,44 euro, con la performance nell’ultimo anno che segna ancora -38,74%, ma quantomeno si registra un’inversione di tendenza.
A parlare di Telecom Italia è stato oggi il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, che in un’intervista rilasciata a Davos a Reuters ha confermato come il governo sia favorevole alla creazione di una rete unica fissa, con la fusione di quelle della stessa Tim e di Open Fiber. Una infrastruttura di questo tipo, ha spiegato Tria, “porterebbe efficienza al sistema”.
Rete unica, tema di scontro tra i soci forti della società
“Il progetto di Vivendi di mantenere l’intero capitale di NetCo in Tim non solo non crea valore per gli azionisti, ma è considerata insufficiente dalla stessa autorità anche per un cambiamento del quadro regolatorio“, aveva affermato un portavoce del fondo, dopo la pubblicazione di uno schema di provvedimento da parte dell’Agcom.
“Elliott ritiene che l’attuale cda di Tim debba intraprendere senza ulteriori ritardi i passi necessari per la creazione e la separazione di una rete unica”, era quindi stata la conclusione.
Parole alle quali i francesi avevano risposto definendosi “sorpresi” per il fatto che Elliott sembrasse “interferire con le autorità pubbliche italiane, alla luce del suo status di azionista di minoranza in Tim”.
Secondo Bloomberg, il ceo Luigi Gubitosi starebbe esaminando le varie opzioni circa la rete della compagnia e avrebbe in programma di nominare degli advisor.
Cdp, stando a quanto riferito da Il Messaggero, potrebbe aspettare fino alla presentazione del piano il prossimo mese prima di decidere che posizione prendere.
(AWE/LaPresse)