ROMA – Lino Banfi nella commissione italiana dell’Unesco. Una scelta che ha fatto discutere, che ha creato polemiche e malumori tra gli storici ‘nemici’ del governo gialloverde. In realtà la decisione di affidare all’attore pugliese una ‘poltrona’ così importante ha eccome un senso, ma lo si può cogliere solo andando oltre. Guardando cioè un po’ più in là di quella che è stata la carriera di Lino Banfi, amatissimo protagonista di quella commedia all’italiana oggi portata tra l’altro con onore negli istituti scolastici stranieri.
Che compiti avrà Lino Banfi
Chi si aspetta che sia lui a interloquire con i membri delle commissioni degli altri Paesi presenti nell’Unesco su temi quali scienza, educazione e cultura commette un grave errore. In quelle occasioni saranno infatti altri a dover prendere la parola, come il presidente della commissione italiana Franco Bernabè che si confronterà con tutti quegli studiosi che fanno parte dell’assemblea. La presenza di Banfi servirà per altri scopi, altrettanto nobili, di grande valore e che potranno essere raggiunti grazie non solo alla sua popolarità ma soprattutto alla sua innata capacità di parlare al grande pubblico.
La precedente esperienza nell’Unicef
Ecco che l’attore pugliese potrebbe dunque svolgere un importante ruolo nel mondo, diventando un buon testimonial, un compito tra l’altro già ricoperto con straordinari risultati per l’Unicef. Che gli consentirà di accompagnare campagne dell’Unesco e dell’Organizzazione delle Nazioni Unite nella lotta per la scienza, l’educazione e la cultura. Oltre che per sensibilizzare gli interlocutori sul fondamentale rispetto universale della giustizia, della legge, dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che la Carta delle Nazioni Unite riconosce a tutti i popoli, senza distinzione di razza, di sesso, di lingua o di religione. E in tal senso Lino Banfi si è più volte dimostrato capace: la testa e la cultura la metteranno in campo altri, a lui il compito di usare ‘pancia’ e cuore.