NAPOLI – Quanto conti il Pd, in Campania più che altrove, si evince dal fatto che i dem nostrani sono più interessati al congresso nazionale che a quello regionale, che si terrà nello stesso giorno, il prossimo 3 marzo. Forse perché è vero che l’ex primo partito d’Italia a breve scomparirà, trasformato in qualcos’altro da Renzi, Boschi e compagnia. E allora tanto vale accreditarsi presso i nazionali: in Campania poi si vedrà sotto quale bandiera stare. Intanto, alla vigilia delle Europee, si cerca di mettere insieme una lista che sia competitiva, per quanto sia chiaro a tutti che il Pd arriverà all’appuntamento col fiato corto. Ne discutiamo con il consigliere regionale Gianluca Daniele, che col suo partito non è mai stato tenero.
Consigliere, lei sostiene la mozione Zingaretti al congresso nazionale, ma in Campania se ne distacca scegliendo di appoggiare un candidato non corrispondente a tale mozione. Come mai?
Sto sostenendo a spada tratta Zingaretti come segretario nazionale. A livello regionale ero tra coloro che sostenevano Visconti. Lui ha scelto di fare un passo indietro e stringere un’intesa con Annunziata che sosterrò anche io.
Ma la candidata di Zingaretti è Armida Filippelli…
Sia Visconti che Filippelli erano candidati per la stessa mozione. Il punto è che data la portata della sfida che ci attende a partire dal 3 marzo, penso serva una riflessione seria sia a livello nazionale che a livello locale per recuperare la partecipazione e ricostruire la presenza sui territori. Zingaretti rappresenta una speranza per la costruzione di un nuovo centrosinistra, a partire dal Pd che da solo non basta più, ed è evidente. In Campania ha pesato sulla mia scelta il fatto che tra i candidati ci fosse Visconti: lo conoscevo, l’avevo già sostenuto nella battaglia di Marano dove abbiamo sottratto alla destra un Comune che di solito perdevamo e che veniva dall’esperienza del commissariamento. Tutto grazie al civismo di sinistra. Lui secondo me in Campania ha portato avanti la giusta idea di rinnovamento.
Che peso potrà e dovrà avere il prossimo segretario regionale rispetto alla composizione delle liste alle europee?
Al di là delle vicende regionali, che sono importantissime, la vera prova per le europee è quella di ricostruire un contenitore più ampio che abbia la capacità di tenere insieme tante anime del centrosinistra, ma anche Verdi, Socialisti, la Bonino e tante forze del centro che in passato si sono riconosciute nel centrosinistra. Prima non era possibile farlo visto quanto successo su scala nazionale con le tante divisioni. E’ rispetto a questo che credo che l’elezione di Zingaretti possa rappresentare la svolta che ci serve. Ripartire da zero anche rispetto alle candidature.
Questa è una discussione in corso, se si pensa al manifesto di Calenda e anche ad alcune dichiarazioni di Zingaretti, crede che sperimentare l’unità alle europee possa premiare?
Alle europee è più fattibile, perché si può costruire un fronte insieme, che a me piace definire Fronte Progressista, che tenga dentro tante forze diverse e sia in grado di fare una proposta in Europa tale da contrapporsi all’avanzata pericolosa della destra.Quindi le europee di maggio come trampolino di lancio per il nuovo centrosinistra e che altro? Dal 4 marzo si doveva lavorare per questo, deve essere anche l’occasione per rivedere la classe dirigente, non solo nel Pd, ma anche in Leu, che ha pagato un prezzo alto. Il fatto che si vedano sempre le stesse facce è significativo di come ci rapportiamo all’elettorato e alla base.
Pensa ad un centrosinistra ampio anche per le prossime regionali in Campania?
A livello europeo c’è il proporzionale, a livello locale è un po’ diverso. Poi è chiaro che da lì bisognerà partire per costruire uno schieramento forte anche per le regionali.De Luca continua a parlare del piano per il lavoro, ma ancora non si muove niente…Dobbiamo verificare se ci sono problemi oggettivi come lo sblocco del turnover. Ma il fatto che una regione come la Campania stanzi 106 milioni per concorsi, stage e tirocini, di cui usufruiranno, probabilmente da aprile, diecimila giovani nell’attesa dell’assunzione, penso sia una cosa molto positiva.Da sindacalista, e non solo, sa bene che fino ad ora dagli stage e dai tirocini non è derivata nessuna assunzione…In questo caso lo schema lo conosco bene perché lo fa il Formez. C’è stata un’esperienza precedente, quella del comune di Napoli quando c’era Antonio Bassolino sindaco, che ha funzionato e che ha dato lavoro a tantissimi giovani. I presupposti ci sono, è stato fatto un lavoro anche con il ministero.
Ma adesso il ministero è guidato dal pentastellato Di Maio con cui De Luca rischia di avere difficoltà a dialogare, non crede?
Sono stati fatti tutti i patti. Anche quota 100 comporta che nella pubblica amministrazione, di conseguenza in moltissimi Comuni, ci sia un’oggettiva necessità di fare assunzioni.
Quindi lei pensa che Quota 100 sia una buona misura?
No, penso che in generale la Fornero sia una pessima riforma, non a caso su questo Salvini ha preso tantissimi voti anche di sinistra. Il tema delle pensioni, soprattutto per alcune fasce di lavoratori, è stato un disastro. Hanno avuto un danno enorme soprattutto coloro che facevano lavori usuranti. Un disastro dal punto di vista sociale. Ma questa misura non è la risposta, perché non ci sono le risorse ed è fatta in maniera tale che penalizza il privato.
Nonostante le critiche al decreto sicurezza da gran parte degli esponenti Pd, De Luca non ha fatto ricorso come altri governatori e sindaci. Che ne pensa?
Neanche Zingaretti lo ha fatto, la battaglia non è giuridica, ma politica. Serve una proposta alternativa che parli di integrazione. Sulla sicurezza dobbiamo incalzare Salvini rispetto alla criminalità organizzata, che a Napoli e in Campania è il vero problema e su cui non mi sembra si stia facendo molto.
Nonostante questo la Lega in Campania e al Sud sembra prendere piede, un rischio in vista delle regionali?
Nel mezzogiorno un pezzo della destra più moderata anche di Forza Italia si sta spostando sulle posizioni della Lega, questo vuol dire creare una polarizzazione delle posizioni all’interno del centrodestra che, al momento, vede vincente la posizione più estrema. Questo deve spingerci ad avere risposte più radicali e più definite che ci consentano di rappresentare un’alternativa reale nel mezzogiorno e in Campania.
L’elezione di Landini alla guida della Cgil crede possa rappresentare una svolta anche per la sinistra?
L’elezione di Landini è una buona notizia per la sinistra e in generale per il mondo del lavoro. Può rappresentare un elemento di riscatto e di rinnovamento per la classe dirigente di tutta la sinistra italiana. Si tratta di una figura che ha in sé una forte carica di innovazione, rappresenta una rottura non solo generazionale, ma nell’approccio e nella comunicazione. Può suonare la sveglia a tutta la sinistra nazionale e a quella campana.