ROMA – Salvini e la Diciotti è ormai un caso. Prima la richiesta a procedere contro il ministro dell’Interno, poi la dichiarazione di Luigi Di Maio sul voto favorevole all’autorizzazione stessa.
Le parole di Matteo Salvini
Oggi è lo stesso Salvini a tornare sull’argomento: “Dopo aver riflettuto a lungo su tutta la vicenda ritengo che l’autorizzazione a procedere debba essere negata”. È questo il sunto di una lettera inviata dallo stesso Salvini al Corriere della Sera sulla richiesta inviata dal tribunale dei ministri di Catania a Palazzo Madama in merito al caso Diciotti. “E in questo – ha proseguito il ministro – non c’entra la mia persona. Innanzitutto il contrasto all’immigrazione clandestina corrisponde a un preminente interesse pubblico, posto a fondamento di precise disposizioni e riconosciuto dal diritto dell’Unione europea, in secondo luogo, ma non per questo meno importante ci sono precise considerazioni politiche.
Il governo italiano – ha sottolineato – quindi non Matteo Salvini personalmente, ha agito al fine di verificare la possibilità di un’equa ripartizione tra i Paesi dell’Ue degli immigrati a bordo della nave Diciotti. Questo obiettivo emerge con chiarezza dalle conclusioni del Consiglio europeo del 28 giugno del 2018, precedente ai fatti a me contestati, in cui si legge che ‘per smantellare definitivamente il modello di attività dei trafficanti e impedire in tal modo la tragica perdita di vite umane, è necessario eliminare ogni incentivo a intraprendere viaggi pericolosi’. Non rinnego nulla e non fuggo dalle mie responsabilità di ministro – ha concluso Salvini – convinto di aver agito sempre nell’interesse superiore del Paese e nel pieno rispetto del mio mandato. Rifarei tutto. E non mollo”.
Il quesito e le tensioni generate dai pentastellati
Abuso delle sue funzioni amministrative o tutela di un interesse dello Stato? Questo dunque il quesito di fronte al quale si troverà la giunta di Palazzo Madama per decidere se concedere o meno l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno. La posizione assunta dai pentastellati rischia di mutare i rapporti con la Lega all’interno del governo, anche perché Salvini ha agito in qualità di rappresentante del governo e, quindi, l’autorizzazione a procedere sarebbe intesa dalla Lega come un ‘sì’ del M5S a contestare quanto fatto dal governo di cui gli stessi pentastellati fanno parte.