NAPOLI – Responsabile per il Mezzogiorno di ‘Piazza Grande’, la mozione di Nicola Zingaretti, Marco Sarracino prova a tracciare le linee guida per l’azione del Pd al Sud. Non risparmia aspre critiche nei confronti della gestione Dem in Regione e in Comune. “C’è bisogno di discontinuità con gli ultimi 25 anni di governo. Senza una classe dirigente credibile e non compromessa con il passato è difficile presentarsi all’opinione pubblica”.
Sarracino, la Questione Meridionale sembra essere scomparsa dal dibattito nazionale. Oggi come durante i governi Pd.
E’ vero. E’ indispensabile, in questa epoca in cui in molti giocano sulle paure e sulle divisioni del paese, spiegare che “l’Italia riparte se riparte il sud” non è un semplice slogan, ma la precondizione necessaria per un nuovo sviluppo del paese. Per farlo è evidente però ricostruire un nuovo pensiero meridionalista, che sconfigga i provincialismi ed i rivendicazionismi straccioni, capace di rappresentare le istanze e le esigenze di un sud che ancora oggi è purtroppo l’area più sottosviluppata d’Europa.
Qualche esempio.
Pensiamo alla collocazione geografica del nostro sud: i nuovi traffici commerciali provenienti dall’oriente e dall’Africa anziché dirigersi verso Gibilterra potrebbero passare per i porti di Napoli, Gioia Tauro, Bari. Un nuovo piano nazionale per il lavoro, attraverso l’assunzione di migliaia di giovani nella pubblica amministrazione, per provare a contrastare l’esodo dei figli della classe. Favorire investimenti pubblici e privati, diminuendo la burocrazia. Investire nelle università, finanziando davvero le borse di studio. Combattere la criminalità organizzata, scomparsa dall’agenda di Salvini.
Il governo sul Sud invece come si sta comportando?
Nonostante un ministero dedicato, non si ha la minima idea di quali debbano essere i canali di sviluppo del Mezzogiorno. Non ha una linea politica chiara su nulla: le grandi infrastrutture vanno realizzate o no? Nuovi posti di lavoro vanno creati o no? Sono chiari solo su una cosa: propongono l’autonomia fiscale di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, realizzando una sorta di secessione mascherata che porterà un ulteriore crollo dei servizi essenziali al sud.
Uno dei mali storici del Sud è la mancanza di classe dirigente. Come strappare la politica ai troppi ‘masanielli’ o alle reti clientelari? Cosa pensa di chi fino a ieri si dichiarava renziano ed oggi cambia idea?
La precondizione è avere un nuovo gruppo dirigente sgombro dalle responsabilità del passato, che abbia la credibilità necessaria. Non averlo avuto, o non averlo valorizzato, è stato uno dei motivi per cui un pezzo del nostro mondo ha ritenuto di non sostenere la nostra offerta politica. Sul resto, essere minoranza nel PD non è stato semplice: in tanti abbiamo pagato la nostra coerenza. Ora di certo non mi vado a sedere dalla parte del torto perché improvvisamente tutti si sono accorti che avevamo ragione. Anche se una cura di fosforo farebbe bene a tutti.
Per Napoli invece?
Una nuova alleanza tra tutti quelli che scelgono di costruire il proprio futuro a Napoli. Il Pd, così come è messo, da solo non ce la fa. Sono tutti bravi a sottolineare che occorre aprirsi all’esterno, ma quasi nessuno prova a dire come. Circa due mesi fa, con alcune personalità importanti della città, abbiamo lanciato una nuova piattaforma di discussione e di proposta. Abbiamo avuto un successo inaspettato, figlio anche del vuoto lasciato dai partiti. Mi rattrista dire una cosa del genere, poiché mi ritengo un figlio del partito, ma a Napoli serve anche altro, un fronte civico largo che sappia rappresentare una nuova speranza e una nuova ambizione per la città.
Come comportarsi con il dualismo De Luca-De Magistris?
A Napoli va creato un fronte largo, civico e che unisca il centrosinistra. Lo dico da anni. Purtroppo prevale la voglia di isolarsi e di essere irrilevanti. A me non piace. È chiaro però che occorrerà lavorare ad una netta discontinuità con gli ultimi 25 anni. Altrimenti verremo di nuovo percepiti come il vecchio. Questo vale per Napoli e per la Campania. Mi permetta un’ultima riflessione. I valori dell’accoglienza e della solidarietà rappresentano la nostra base culturale, scimmiottare la destra e la Lega è un errore imperdonabile.
Come procede il Congresso?
C’è un entusiasmo straordinario che non si vedeva da tempo. Il risultato di Zingaretti a Napoli e in Campania è soddisfacente, se solo pensiamo che siamo una mozione congressuale che non è sostenuta da alcun parlamentare e con il Presidente De Luca a sostenere Martina. Ma vedrete che alle primarie il risultato sarà ancora più sorprendente, poiché la capacità di Zingaretti è soprattutto di essere attrattivo fuori dal PD, esattamente come la nostra candidata alla segreteria regionale, Armida Filippelli.