MILANO – Piazza Affari chiude in calo nel giorno dei dati sul Pil che hanno confermato l’ingresso in recessione. L’indice Ftse Mib ha infatti ceduto lo 0,21% a quota 19.730 punti, in un contesto europeo che ha visto i principali listini continentali terminare gli scambi in ordine sparso.
Ad arretrare sono anche il Dax di Francoforte e l’Ibex di Madrid, rispettivamente dello 0,08% a 11.173,10 punti e dello 0,16% a 9.056,70 punti. Mentre avanzano il Ftse100 di Londra, che guadagna lo 0,39% a 6.968,85 punti, e il Cac40 di Parigi, in rialzo dello 0,36% a 4.992,72 punti.
Notizie positive dal fronte dello spread tra Btp e Bund, che si attesta a quota 243,8 punti base
Se pure il dato si presenta in leggero rialzo rispetto alla giornata precedente, a calare è infatti il rendimento del decennale italiano sul mercato secondario, che si porta al 2,59% sui minimi dal luglio scorso.
L’annuncio del secondo trimestre consecutivo con crescita negativa, che si traduce recessione tecnica, si accompagna a una giornata di sofferenza sopratutto per il comparto bancario.
A guidare i ribassi è Bper, con un calo del 6,07% a 2,95 euro. Ma va molto male anche per Banco Bpm (-4,85% a 1,69 euro) e Ubi Banca (-4,72%). Chiude il quartetto dei maggiori cali di seduta Unicredit, che lascia sul campo il 4% a 10,08 euro.
Il settore paga anche le voci di difficoltà di Deutsche Bank
La banca tedesca starebbe valutando una fusione intermediata dal governo con la connazionale Commerzbank AG. Un’opzione che, stando a quanto riferisce Bloomberg, potrebbe concretizzarsi entro la metà dell’anno se in questo primo scorcio del nuovo anno non arriveranno segnali di ripresa per la maggiore banca tedesca.
Sul fronte opposto protagonista è Ferrari, che festeggia il raggiungimento di tutti i target 2018 con un balzo dell’11,02% a 108,60 euro, dopo la diffusione dei conti 2018 che vedono il raggiungimento di tutti gli obiettivi fissati.
In positivo anche Telecom Italia (+4,97% a 0,486 euro), arrivata a guadagnare oltre il 6%. Il fondo americano Elliott ha incrementato la partecipazione detenuta nel capitale di Tim, portandola dall’8,8% al 9,4%.
(AWE/Finanza.com)