Brexit, conto alla rovescia in vista del 29 marzo

In caso di ‘no deal’ verrebbe eseguito un programma segreto ispirato agli anni della guerra fredda: piano di fuga per la famiglia reale

A video grab from footage broadcast by the UK Parliament's Parliamentary Recording Unit (PRU) shows Britain's Prime Minister Theresa May making a statement in the House of Commons in London on December 10, 2018. - Theresa May told the house that the Brexit withdrawal bill will be deferred. (Photo by HO / various sources / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE - NO USE FOR ENTERTAINMENT, SATIRICAL, ADVERTISING PURPOSES - MANDATORY CREDIT " AFP PHOTO / PRU "

LONDRATheresa May, primo ministro britannico, sembra sempre più determinata ad attuare la Brexit il 29 marzo prossimo. Accanto a ciò l’obiettivo è quello di ottenere concessioni da Bruxelles sull’accordo di ‘divorzio’, nonostante il rifiuto categorico delle istituzioni comunitarie a rivedere il negoziato. L’esecutivo inglese, però, con l’avvicinarsi della data sopradetta, sembra sempre più in confusione.


L’indiscrezione in caso di Brexit e ‘no deal’

Secondo il ‘Sunday Times’, inoltre, il governo starebbe pensando addirittura ad un piano segreto che garantirebbe alla regina Elisabetta e agli altri membri della famiglia reale l’evacuazione. Questo nell’eventualità che una Brexit con ‘no deal’ possa scatenare disordini evidenti. Per quello che sostengono i ben informati, si tratterebbe di un programma messo a punto e ispirato a interventi simili elaborati durante la Guerra Fredda. Anche se, a quanto pare, lo stesso era stato originariamente pensato per entrare in azione nel caso di un attacco nucleare lanciato dall’Unione Sovietica. Quel che è certo è che il fulcro del programma sarebbe l’immediato trasferimento della regina e del consorte duca di Edimburgo da Londra in un luogo assolutamente segreto.


L’arrivederci della Nissan

Intanto, per la Brexit, la Nissan ha annunciato che non produrrà uno dei suoi modelli, il fuoristrada X Trail, nello stabilimento di Sunderland, nel nord dell’Inghilterra, concentrando invece la produzione in Giappone: “La continua incertezza sul futuro dei rapporti del Regno Unito con l’Unione Europea non aiuta compagnie come la nostra a programmare il futuro”. È quanto fatto sapere dall’azienda stessa che, dopo la vittoria della Brexit nel referendum, come altre aziende automobilistiche basate in Gran Bretagna, era stata rassicurata su eventuali ulteriori costi extra come risultato dell’uscita dalla Ue. Una promessa che si sostanziava in un accordo con Bruxelles finalizzato ad evitare soprattutto spese doganali sull’import-export. La Nissan aveva seguito la linea del primo ministro britannico salvo poi, nella giornata di oggi, confermare la scelta esattamente opposta.

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