ROMA – Piove sul bagnato in casa 5 Stelle. Dopo la batosta in Abruzzo e l’inizio di un lunga crisi interna, arrivano i primi guai materiali successivi alle gaffe e gli strafalcioni dei suoi esponenti. Il senatore Elio Lannutti è indagato dalla Procura di roma per il reato di diffamazione aggravata dall’odio razziale. A far scattare le indagini il tweet pubblicato diverse settimane fa dal parlamentare pentastellato sui “Protocolli dei sette savi di Sion”, un documento falso creato ad arte durante il secolo scorso per accrescere l’odio contro gli ebrei.
Lannutti aveva veicolato sui social un documento falso contro gli ebrei
Lannutti, sui social, aveva fatto suo il documento falso creato negli anni ’10 del ‘900 dalla polizia segreta dello Zar russo. L’intento era alimentare l’odio antisemita attribuendo agli ebrei un complotto per sottomettere il mondo con metodi massoni. Il tweet sollevò un fiume di polemiche, accuse e prese di distanza. A poco servirono le scuse del senatore.
La denuncia dalla Comunità Ebraica, le scuse inutili del senatore 5 Stelle
L’apertura del procedimento penale è stata determinata da una denuncia presentata presso gli uffici della Digos dalla Comunità Ebraica di Roma, rappresentata dalla presidente Ruth Dureghello. Le scuse di Lannutti erano arrivate da Facebook. Il parlamentare del Movimento sosteneva di aver pubblicato un post sui banchieri Rothschild. “Mai una frase, un pensiero, un’azione contro gli ebrei perseguitati e trucidati dai nazisti. Mai affermato di essere antisemita. Grazie a tutti quelli che conoscono la mia storia e le mie lotte, che non si prestano a dubbi“, aveva poi aggiunto il fondatore di Adusbef. Le scuse non furono accettate praticamente da nessuno, nemmeno da Luigi Di Maio.
Lannutti, un habitué del fuoriluogo
Così come le gaffe e gli strafalcioni di tanti membri pentastellati, anche Lannutti non è un habitué di frasi choch ed esternazioni quantomeno pesanti. Prima della pubblicazione del documento falso antiebraico, il senatore nel giugno 2018, in riferimento all’odissea marittima dei migranti a bordo dell’imbarcazione Lifline, aveva così affermato: “Le Ong finanziate da Soros vanno affondate”.