Autonomia alle Regioni, dopo Tav e Diciotti è il tema che divide grillini e leghisti

Le intese con Veneto, Emilia Romagna e Lombardia dovranno essere ratificate dal Parlamento a maggioranza assoluta

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

Dopo Tav e caso Diciotti è il turno dell’autonomia regionale. Quello che per la Lega è un traguardo storico, per i Cinque Stelle rischia di apparire una divisione tra cittadini di serie A e serie B. Un premiare chi vive al nord, in determinate regioni, a svantaggio di chi abita in zone meno virtuose.

Su sanità, scuola, lavoro e sicurezza Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna avranno (quasi) carata bianca. E’ un primo passo, ha spiegato Stefano Bonaccini, democrat e guida della giunta regionale con sede a Bologna, “ma è certo quello conclusivo”.

Gli accordi tra Regioni e Governo quando entreranno alla Camera e al Senato dovranno essere ratificate a maggioranza assoluta e non potranno più essere limitate. Sarà un prendere o lasciare.

Se c’è da smussare qualcosa, bisogna farlo prima che vengano votati dai parlamentari.

Ed è proprio questo punto a preoccupare i grillini. Vorrebbero che deputati e senatori avessero la possibilità di modificare i patti.

E’ il sintomo della diversità tra gli alleati. E’ la prova che il governo è incollato, non c’è fusione tra le compagini.

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