BRASILIA – Ministri sotto accusa per corruzione, manifestazioni in piazza contro al riforma delle pensioni e una doppia sconfitta in tribunale: è stata una settimana nera per il presidente del Brasile Jair Bolsonaro.
A meno di due mesi dell’inizio del suo mandato gli scandali hanno scosso il governo. Mentre lavoratori e sindacati manifestano contro la riforma delle pensioni, che innalzerebbe l’età minima, nuovi sospetti nascono sulle altre figure di governo.
Dopo il licenziamento del segretario generale di Stato a inizio settimana il ministro del turismo Marcelo Alvaro Antonio è rimasto coinvolto in uno scandalo di prestanome.
Bolsonaro licenzia il Segretario Generale. Bebianno: “E’ diventato uno squilibrato”
All’inizio della settimana scorsa la prima crisi di Governo per il primo ministro brasiliano. Il presidente Bolsonaro ha dovuto licenziare il ministro Gustavo Bebianno. Segretario generale della Presidenza, Bebianno è coinvolto in una vicenda legata alla presunta deviazione di fondi per il finanziamento della campagna elettorale del Partito sociale liberale. Ma l’uscita del ministro non è stata affatto indolore. “Bolsonaro è diventato un uomo squilibrato” ha dichiarato Bebianno. La tempeste non è però finita per Bolsonaro. Il ministro del turismo e suo figlio Flavio sono sotto la lente di Onix Lorenzoni, capo di gabinetto di Brasilia. Secondo la stampa brasiliana Alvaro Antonio avrebbe utilizzato candidati ‘prestanome’ nella campagna del Psl, utilizzando illecitamente i soldi ricevuti dallo Stato.
Il presidente sconfitto in tribunale; piazze in fermento contro al riforma delle pensioni
Sul fronte giudiziario non è andata meglio. Bolsonaro ha incassato una doppia sconfitta aule di giustizia. Il tribunale supremo federale ha confermato la sua condanna al risarcimento per la deputata Maria do Rosario, che aveva offeso dicendo che non l’avrebbe violentata perché “molto brutta”. Il tribunale di Rio ha invece negato la sua richiesta di risarcimento contro l’ex deputato Jean Wyllys, che si è fatto scudo dell’immunità parlamentare. In piazza sindacati e lavoratori contro la riforma delle pensioni. Secondo il testo presentato al congresso l’età minima di pensionamento sarà di 65 anni per gli uomini e 62 per le donne, con un minimo di 20 anni di contributi.