Tracollo M5S, Berlusconi prova a sedurre Salvini in attesa delle Europee

E sullo sfondo una Giorgia Meloni al settimo cielo, che pregusta la crisi del governo gialloverde

Foto Stefano Cavicchi/LaPresse



ROMA – Il Movimento 5 Stelle ha perso anche in Sardegna, un’altra regione che finisce nell’orbita del centrodestra dopo l’Abruzzo. La vittoria sull’isola di Solinas segna infatti un’ulteriore passo indietro del partito di Luigi Di Maio, che adesso guarda con ulteriore preoccupazione al vero banco di prova di questo governo, vale a dire le elezioni europee. Intanto, Silvio Berlusconi approfitta del momento di vulnerabilità dei pentastellati per provare la controffensiva. Forte del successo del centrodestra, il Cavaliere tenta di convincere Salvini a tradire il collega vicepremier e a passare al suo schieramento.

Berlusconi all’attacco: il Cavaliere lavora per la fine dell’alleanza Lega-M5S

Il tonfo M5s in Sardegna, dopo quello in Abruzzo, dimostra che gli italiani stanno rinsavendo, stanno riaprendo gli occhi. Il futuro è del centrodestra unito“. Lo ha detto Silvio Berlusconi immediatamente dopo il risultato finale delle regionali in Sardegna. L’ex premier ne è convinto: la vittoria di Solinas rimpicciolisce Salvini. Sullo sfondo, la gioia di Giorgia Meloni, che aspetta e vede forse più vicina la fine dell’alleanza Lega-5 Stelle. Se il ferro bisogna batterlo finché è caldo lo sa bene Silvio Berlusconi, che da bravo stratega semina pillole di zizzania tra Salvini e Di Maio. Per il momento, però, il leader del Carroccio non sembra ammaliato dai richiami di Silvio. “Con il centrodestra non tornerò mai“, assicura Salvini dopo la vittoria in Sardegna di Solinas.

Occhi puntati alle Europee

In attesa delle prossime regionali in Basilicata, dove il candidato del centrodestra alle regionali è di Forza Italia, il governo adesso ha un solo pensiero fisso: le elezioni Europee. Sarà infatti questo il vero e proprio test nazionale che misurerà successi e consensi dei due partiti al governo. Luigi Di Maio adesso teme non solo per il controllo del 50% dell’esecutivo, ma anche e soprattutto per la stessa esistenza del suo partito. L’emorragia di voti è pesante ed evidente, e di tempo per arginare il malcontento dei suoi elettori il giovane vicepremier ne ha davvero poco.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome