MILANO – Tim e sindacati trovano l’accordo per gestire un piano di esuberi che nel giro di due anni dovrebbe portare a oltre 4.600 uscite volontarie.
Il piano si colloca in un momento cruciale per l’azienda
Attesa per il 29 marzo una decisiva assemblea che dovrà delineare i nuovi equilibri interni, con i francesi di Vivendi, soci di maggioranza relativa di Tim con il 23,9%.
Il nuovo amministratore delegato Luigi Gubitosi, eletto in Cda con la lista di Elliott, ha intanto presentato nei giorni scorsi un piano industriale che i mercati hanno dimostrato di apprezzare.
In attesa di sviluppi i sindacati di categoria hanno raggiunto con Tim due intese che permettono di poter far uscire dall’azienda anticipatamente e volontariamente nel biennio 2019-2020 un totale di 4.300.
Altri 314 dipendenti circa potranno, sempre volontariamente, uscire dall’azienda utilizzando tra i requisiti della procedura quelli di essere in possesso del diritto alla pensione anticipata con quota 100.
I sindacati leggono in maniera positiva l’accordo e il segretario nazionale della Uilcom Uil, Luciano Savant Levra, esprime soddisfazione per aver definito operativamente una intesa che era stata incardinata politicamente l’11 giugno 2018.
“Con questa intesa – spiega Levra – oltre alla opportunità data ai circa 4.600 lavoratori di uscire volontariamente e anticipatamente da Tim si gestiscono in maniera non traumatica gli esuberi dichiarati nel piano 2018/2020, realizzato prima dell’arrivo del nuovo amministratore delegato. Un segnale importante per andare verso quella normalizzazione indicata nel nuovo piano industriale della quale Tim ha molta necessità“.
(LaPresse)