Tav, il pressing delle imprese sulla Lega: “Salvini sblocchi i bandi”

Il leader del Carroccio è sempre stato favorevole alle grandi opere ma ora temporeggia per via dell'accordo di governo con i 5 Stelle

in foto Matteo Salvini

TORINO – Le imprese chiedono un nuovo incontro a Matteo Salvini sul fronte Tav. Questa volta, però, il colloquio non sarà con il ministro dell’Interno ma con il leader della Lega, partito che più volte si è espresso a favore dell’opera. Ma che ora temporeggia, restando legato all’accordo di governo con i 5 Stelle, da sempre contrari.

Le imprese si rivolgono al leader della Lega

Il pressing sul Carroccio, perché riesca a convincere gli alleati a sbloccare i bandi di gara in tempo per ottenere tutti gli 813 milioni di finanziamento europeo, sembra l’ultima spiaggia per le 33 sigle piemontesi del mondo produttivo e sindacale. Ed è dalla Lega in particolare che i rappresentanti di imprenditori, edili, artigiani, commercianti si sentono abbandonati. Soprattutto dopo certe aperture espresse nei mesi scorsi dal vicepremier Salvini. Le imprese hanno così deciso di inviare a giorni una lettera al leader legista per chiedere un incontro “il prima possibile”.

Tav, l’obiettivo è sbloccare i bandi entro l’11 marzo

La deadline è infatti fissata intorno all’11 marzo quando dovrebbe riunirsi il cda di Telt, la società Italo-francese che si occupa dei lavori del tunnel di base, per decidere sulle due gare di appalto. Se entro marzo, era stato infatti il monito dell’Unione europea, non saranno aperti i bandi, Bruxelles è pronta a tagliare 300 milioni sugli 813 stanziati. “Speriamo di sbloccare i bandi entro l’11”, ha assicurato il viceministro alle Infrastrutture, il leghista Edoardo Rixi mente il vicepremier è capo politico dei 5 Stelle Luigi Di Maio ha promesso di non parlare più della Tav fino a quando non verrà presa una decisione.

Il governatore Chiamparino è pronto a scendere in piazza

Presumibilmente a dopo le europee anche se sembrano farsi strada in queste ore rumors secondo cui i pentastellati starebbero valutando l’ipotesi di appoggiare il progetto di una minitav, paventato dalla Lega. Ovvero, l’idea di tagliare via dal tracciato originario la stazione di Susa e l’interporto di Orbassano. Una scelta che rischia di escludere Torino e che il presidente piemontese Sergio Chiamparino e le imprese stesse hanno bocciato categoricamente. Anzi, le 33 associazioni hanno intenzione di scrivere una lettera anche a Telt in cui si chiede di sbloccare i bandi da 2,5 miliardi. Archiviata, solo per ora, la proposta di uno sciopero lanciata dal presidente Api Torino, Corrado Alberto in attesa dei prossimi sviluppi.

L’ipotesi della consultazione popolare

Intanto il presidente Chiamparino continua il suo percorso verso la consultazione popolare in cui i cittadini piemontesi possano pronunciarsi sul blocco della Tav da parte del governo. Gli uffici della Regione Piemonte stanno preparando la lettera da inviare agli uffici legislativi del Ministero dell’interno. E in cui si chiede un parere sulla possibilità di effettuare il voto in contemporanea con le elezioni europee e regionali del 26 maggio.

La missiva sarà accompagnata da una seconda lettera del presidente Chiamparino al ministro Salvini. “Attenderò a mandarla l’11 marzo – spiega il governatore – Se in quella data il governo avrà autorizzato Telt a dare il via ai bandi finora bloccati, sarà una vittoria di tutti coloro che sono scesi in piazza e si sono impegnati a sostegno della Torino-Lione. Viceversa, chiederò al ministro Salvini di autorizzare la consultazione popolare”.

(LaPresse/di Valentina Innocente)

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