Alpinisti dispersi in Pakistan: i droni per cercare Nardi e Ballard

Lotta contro il tempo contro il pericolo valanghe per trovare gli alpinisti dispersi sul Nanga Parbat in Pakistan. Oggi potrebbero alzarsi in volo i droni per continuare le ricerche dopo la rinuncia dei russi

ISLAMABAD – Una lotta contro il tempo contro il pericolo valanghe. Sono affidate ora ai droni le speranze di ritrovare sul Nanga Parbat, in Pakistan, i due alpinisti Daniele Nardi e Tom Ballard. Dal campo base del K2 un gruppo di esperti russi si era detto disponibile a una spedizione per rintracciare due alpinisti, dispersi da domenica, ma il team ha rinunciato a causa del forte rischio valanghe. Ora scatterà il piano B dell’alpinista basco Alex Txikon che ha messo a disposizione i suoi tre super droni dotati di una particolare potenza per il volo in quota che dovrebbero poter sorvolare la zona dello Sperone Mummery, a oltre 6mila metri di altitudine, dove si presume possano trovarsi i due dispersi.

Le ricerche

E’ il secondo giorno di ricerce sul Nanga Parbat. Le operazioni di soccorso, iniziate ieri mattina, sono proseguite dal punto di vista organizzativo per tutta la notte. I soccorritori sono in contatto con l’ambasciata e l’esercito pakistano per coordinare le attività. Sono infatti attese le autorizzazioni al volo degli elicotteri poiché lo spazio aereo pakistano è ancora chiuso a causa dei rapporti militari poco sereni tra Pakistan e India. Durante le prime perlustrazioni di ieri è stata individuatsa a 5700 metri una tenda da campo coperta di neve. “Nell’area sono state individuate tracce di valanga sul pendio che sta ad indicare la pericolosità della zona”, hanno scritto sulla pagina social di Nardi.C

Contatti interrotti

Daniele Nardi e Tom Ballard hanno scalato la scalato la montagna e sono arrivati intorno a 6.300 metri di altezza. Poi sono ridiscesi al campo 4, a 6mila metri per riposare e da quel momento, le comunicazioni si sono interrotte. E’ la seconda volta che Nardi tenta questa impresa, ma in questa occasione ha percorso una strada diversa. Ora amici e familiari confidano nella tecnologia dei droni. La speranza è che i due alpinisti siano ancora vivi.


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