Disarmonia e contrasti. Se il governo giallo-verde resiste è anche per le sue discrasie. Una sorta di organismo malato che ha travatoo nei malanni il suo equilibrio. Basta curarne uno nuovo, oppure aggravare uno vecchio che il castello rischia di crollare. E i malanni per i penta-leghisti sono il nodo Tav, l’autonomia voluta dalle regione del nord ed ora la legittima difesa.
Sull’alta velocità Torino-Lione, Conte ci ha messo la faccia: entro venerdì sarà presa una decisione (non solo tecnica) sul dossier costi benefici.
Oggi, invece, c’è un altro banco di prova: la legittima difesa, salvo cataclismi, sarà approvata dal Parlamento.
La norma sta al Carroccio come il no alla Tav sta ai grillini. La differenza è che il cavallo di battaglia dei leghisti è ad un passo dal trasformarsi in realtà.
Il testo, infatti, approda a Montecitorio blindato. Nessun emendamento è stato presentato dalle forze di maggioranza: nemmeno i Cinque Stelle, nonostante all’interno del Movimento non manchino perplessità e malumori. La riforma, come già avvenuto nel passaggio al Senato, dovrebbe incassare i voti anche di Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il primo articolo passa senza problemi (quello della difesa è sempre legittima), come gli altri cinque.
Nella nuova norma resta il rapporto di proporzionalità tra la difesa e l’offesa. Inoltre si considera “sempre in stato di legittima difesa” chi, all’interno del domicilio respinge l’intrusione da parte di una o più persone “posta in essere con violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica”.
Altro boccone amaro per i grillini: tanti i deputati dei 5 Stelle che non avevano nascosto il proprio dissenso nei confronti del provvedimento.