TORINO – “È in corso in queste ore la liberazione della seconda palazzina del Moi di Torino. Le procedure si stanno svolgendo nella collaborazione di autorità competenti e occupanti. Questi ultimi seguiranno percorsi di inclusione. Ringrazio tutte le realtà coinvolte”. Lo scrive su Twitter la sindaca di Torino, Chiara Appendino, a proposito dello sgombero all’ex villaggio olimpico.
Dal Viminale 800mila euro per lo sgombero
800mila euro per contribuire allo sgombero delle palazzine dell’ex Moi di Torino. Si tratta di risorse messe a disposizione dal Viminale. La situazione dell’ex villaggio olimpico era stata al centro di un colloquio tra il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il sindaco del capoluogo piemontese, Chiara Appendino, a gennaio: l’obiettivo è quindi la completa liberazione della struttura entro un anno. L’occupazione dell’ex Moi si trascina dal 2013, e nei mesi scorsi si sono già registrati interventi per la liberazione di alcune palazzine.
Hanno liberato ad agosto una prima parte della palazzina
A Torino è stata avviata e si è conclusa la liberazione della ‘Palazzina Marrone’ del MOI. Novanta persone – senza tensioni, con ordine e in clima disteso – sono state trasferite questa mattina in alloggi. Nel mese di agosto l’equipe che segue il progetto sarà presente e seguirà poi i singoli casi e, dai primi di settembre, inizierà a ragionare in un quadro complessivo che è l’obiettivo di questo progetto. Lo ha reso noto il Comune di Torino in conferenza stampa a proposito dello sgombero delle palazzine dell’ex villaggio olimpico del Moi, dove ci sono anche migranti e rifugiati.
“Casa, lavoro, formazione e progressiva autonomia delle persone: questi gli obiettivi fondamentali del “Progetto MOI, Migranti, un’Opportunità di Inclusione”, sottolinea il Comune. “Continueremo a lavorare – spiega la sindaca Chiara Appendino – nella consapevolezza che condizioni di occupazione professionale continuativa e di abitazione stabile possano assicurare loro una vita dignitosa e un inserimento positivo per loro e per la comunità che le ha accolte”.
(LaPresse)