ROMA – “Una volta tanto l’Europa potrebbe avere ragione. Dalla Ue stanno venendo dei richiami all’Italia che si accinge, con troppa superficialità, con il governo Conte, a firmare un memorandum con la Cina. Le autorità europee ricordano la scadenza del vertice Europa-Cina del 9 aprile prossimo ed hanno necessità che rispettano gli standard economici, commerciali e soprattutto in materia di diritti”. Lo dichiara il senatore Maurizio Gasparri (FI) sul discorso della via della seta. “Noi assistiamo alla concorrenza sleale nel continente europeo di imprese pubbliche cinesi, che spesso ricorrono al dumping, attuando una concorrenza sleale che possono permettersi vista la loro grande dimensione economica”, aggiunge.
L’intervento del senatore di Forza Italia
“La Cina inoltre non garantisce il rispetto dei diritti umani al suo interno e non rispetta gli accordi in materia di clima – sottolinea Gasparri – contribuendo in maniera catastrofica all’inquinamento del pianeta. L’Italia non deve tagliarsi fuori da scambi e commerci, ma non può mettersi in ginocchio di fronte alla Cina. Ci sono questioni strategiche come il futuro dei nostri porti. Trieste non può diventare una pedina nelle mani dei cinesi con la sua struttura marittima di importanza strategica per il nostro Paese. Bisogna discutere di tutte queste cose alla luce del sole in Parlamento, senza firme affrettate che potrebbero condizionare il futuro economico dell’Italia.
L’Europa ha fatto molti errori, non dobbiamo essere subordinati alle scelte di autorità che vanno rifondate. Ma questa volta, i richiami dell’Unione Europea hanno un fondamento. Ed è strano che chi si appella al sovranismo voglia praticare una scelta di subordinazione acritica e suicida nei confronti della egemonia cinese. Si fermino firme e confronti, si apra una discussione in Parlamento e si pensi in primo luogo all’interesse dell’Italia. Viviamo in un contesto internazionale che bisogna affrontare e vivere con spirito positivo, ma non si può urlare ‘prima gli italiani’ soltanto nei comizi. Bisogna rispettare questo principio anche in occasione di un confronto così importante come quello tra Italia e Cina”, conclude.
(LaPresse)