MILANO – “I comuni e l’Anci guardano con favore alla legge delega approvata dal governo per una riforma organica del Codice appalti, così come all’annunciato decreto legge per sbloccare i cantieri e rilanciare gli investimenti.
Ci auguriamo che il decreto attui una semplificazione con tutti i punti qualificanti delle proposte avanzate a luglio da Anci insieme ad Ance e siamo pronti a dare il nostro contributo anche prima che il decreto venga emanato“. Lo ha ribadito Mario Occhiuto, delegato Anci a Lavori pubblici e Urbanistica e sindaco di Cosenza, intervenendo in commissione Lavori pubblici del Senato, nell’ambito di un’indagine conoscitiva sull’applicazione del codice dei contratti pubblici.
Il delegato Anci ha ricordato che la necessità di un intervento emergenziale nasce da una semplice considerazione dei tempi troppo lunghi per la realizzazione delle opere pubbliche: “Quasi 4 anni per gli appalti minori (importi di lavori fino a 500mila euro), circa 7 anni per le opere di importo compreso tra i 500mila e i 50milioni di euro e fino a quasi 15 anni per gli appalti di valore più elevato“.
Occhiuto si è soffermato sulle proposte di Anci che hanno trovato già spazio nei principi della legge delega: “Innanzitutto la revisione organica dell’attuale struttura del Codice con chiara e potenziata attribuzione ad Anac di funzioni di vigilanza, collaborazione, controllo e deflazione del contenzioso a presidio della legalità affidando, invece, ad un’unica fonte regolamentare l’attuazione del Codice“.
Il sindaco di Cosenza ha auspicato invece che nell’annunciato decreto d’urgenza, il cosiddetto Sbloccacantieri, trovino spazio la “semplificazione delle procedure di aggiudicazione con rivisitazione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa e l’introduzione della progettazione semplificata per tutte le manutenzioni“.
Sempre come contenuti dell’annunciato decreto legge, il sindaco di Cosenza ha ricordato che occorrerebbe inserire: “da un lato la reintroduzione dell’appalto integrato per la realizzazione di investimenti pubblici e dall’altro specifiche semplificazioni procedurali per i piccoli comuni, soffocati da una pletora di adempimenti e regole“.
Tuttavia, secondo Occhiuto, “in attesa di una riforma decisiva del codice degli appalti e di una semplificazione delle procedure, il Paese non può essere lasciato privo di una strategia di velocizzazione e realizzazione di opere destinate ad attivare dinamiche virtuose nei suoi processi di crescita economica“.
In tale direzione “si potrebbe optare per un’adozione diffusa del ‘modello Genova’ per puntare, cioè, sul ruolo dei sindaci quali commissari straordinari delegati allo sblocco delle procedure di realizzazione di opere ritenute particolarmente strategiche“.
“Perdere ulteriormente tempo in un quadro, ormai certo, di recessione internazionale – ha continuato il delegato Anci a Lavori pubblici e Urbanistica – vanificherebbe tutti gli sforzi di sostegno alla domanda e agli investimenti contenuti nel quadro degli interventi di finanza pubblica adottati dal governo.
La modernizzazione del Paese necessita di un ruolo sempre più attivo dei Comuni e dei Sindaci nella loro dimensione di agenti di sviluppo e d’innovazione delle strategie territoriali“, ha concluso Occhiuto.
(LaPresse)