ROMA – Un appoggio con riserva. La Chiesa fa sentire la sua voce nel dibattito politico sul Congresso Mondiale delle Famiglie in programma a Verona dal 29 al 31 marzo. A prendere la parola è il segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin. “Siamo d’accordo sulla sostanza” ma non “sulle modalità”, l’estrema sintesi del pensiero della Santa Sede. La vicenda, insomma, poteva essere trattata diversamente, in primis dalla politica.
Congresso di Verona, la città è in fermento
Il Cardinale non si esime infatti dall’inviare una frecciatina a chi, come Luigi Di Maio, aveva parlato di un convegno della destra “degli sfigati”. “Sono parole che non usiamo”, la fredda replica di Parolin. Le polemiche sul raduno si riverberano sull’intera città innescando un clima di tensione costante. Gli albergatori scaligeri che ospitano i partecipanti, infatti, denunciano di aver subito minacce puntando il dito contro Pd e M5S in veste di avvelenatori di pozzi.
Le due anime del governo gialloverde
Un binomio inconsueto che certifica come a Palazzo Chigi le due anime del governo siano distantissime sull’argomento. La parola chiave è Medioevo. Per il capo politico del M5S, Luigi Di Maio, è questa la visione della donna dei partecipanti all’evento. “Questo congresso è lontano anni luce dal Movimento e ci vede divisi dalla Lega. Piuttosto pensiamo a fare leggi per le famiglie”, tuona. “Non vorrei mai sedermi allo stesso tavolo con quelle persone che pensano certe cose della donna e definiscono ‘cannibali’ quelle che praticano l’aborto”, aggiunge.
La Lega replica a Di Maio
La risposta del Carroccio arriva per bocca del sottosegretario al Lavoro (lo stesso dicastero di Di Maio) Claudio Durigon. “Medioevo? Non sono d’accordo. Se il tempo del 2020 è quello dell’affitto dell’utero, torno volentieri un po’ indietro”, dice al forum PoliticaPresse.
Tensioni tra Meloni e Calenda
Oltre ai vertici della Lega, con in testa Matteo Salvini, a Verona ci sarà anche Giorgia Meloni, protagonista di un duro battibecco su twitter con l’esponente dem Carlo Calenda. Per l’ex ministro dello Sviluppo Economico la leader di Fratelli d’Italia è “la versione burina del Ku Klux Klan”. Un’uscita alla quale l’esponente della destra risponde per le rime: “Sarò anche burina e borgatara ma sono stanca di essere trattata così da chi si erge a paladino dei diritti delle donne”, dichiara. Intanto sul sito del Congresso continua a campeggiare fra gli altri il logo di Palazzo Chigi. Non è difficile immaginare che gli strascichi andranno ben oltre il termine della kermesse.
(LaPresse/di Andrea Capello)