MAPUTO – Circa “300-400” corpi fiancheggiano le rive di una strada fuori dalla città di Beira, in Mozambico. Qui il devastante ciclone Idai ha distrutto campi e abitazioni, falciando centinaia di vite. Lo riporta la Cnn, citando il racconto di un testimone oculare. Se il dato dovesse essere confermato, la catastrofe umanitaria causata da Idai supererà probabilmente di gran lunga le stime ufficiali.
Emergenza umanitaria in Mozambico, il racconto di un testimone
La scena straziante, descritta dallo zimbabwe Graham Taylor, fa seguito ai rapporti delle agenzie umanitarie sul territorio. Queste riportano come interi villaggi e città siano stati completamente allagati dalla tempesta di categoria 2 (fascia alta) di giovedì scorso. Taylor riferisce che i corpi si trovavano su una pista di 6 chilometri di autostrada. Qui le acque di inondazione avevano creato un oceano interno, sommergendo interi villaggi attorno a una piantagione di canna da zucchero “densamente popolata“. L’area è una piccola frazione della terra nella nazione sud-africana, rimasta inondata dopo che due grossi fiumi sono usciti dagli argini nei giorni successivi alla tempesta.
Le stime ufficiali parlano di 242 morti in Mozambico, 259 nello Zimbabwe e 56 in Malawi
A più di una settimana dall’impatto iniziale della tempesta, le Nazioni Unite hanno confermato 242 morti in Mozambico, con 259 vittime perse nello Zimbabwe e 56 in Malawi. Lunedì, il presidente del Mozambico Filipe Nyusi ha affermato che “tutto lascia presumere che potremo raggiungere il record di oltre 1000 morti“. Una cifra che alcuni esperti ritengono possa essere ancora troppo bassa.
Sono almeno 400mila le persone rimaste senza abitazione nel solo Mozambico centrale.