CASERTA – Ha scatenato un vero e proprio putiferio la pubblicazione dei comitati che farebbero parte del più vasto mondo di Italia Viva. Il condizionale è diventato d’obbligo nel momento in cui uno degli ‘elencati’ si è preso la briga di dire che non c’entra niente con questo elenco. La vicenda ‘scoperchiata’ è in realtà ben più complessa anche di quello che potrebbe apparire. Ma andiamo per ordine partendo da una telefonata con Francesco Brancaccio, che è stato inserito, a sua insaputa, all’interno dell’organigramma renziano.
Quello che viene da lui definito un ‘problema da affrontare con gli amici di Italia Viva’ è diventata una grana per l’ex coordinatore provinciale del Partito Socialista Italiano che, a Caserta, esprime un vertice nel segretario cittadino Massimo Bellomo, nel consigliere Gianluca Iannucci e nell’assessore Raffaele Piazza. I rapporti tra i casertani e Brancaccio sono ai minimi termini come dimostra la nota con cui, a Cronache, Bellomo ha lanciato ieri mattina l’intemerata contro i ‘falsi socialisti’. “Esponenti, aderenti ad altre forze politiche che vengono indicati come appartenenti all’area socialista. – si legge nella sua nota – Riteniamo che chi si professa appartenente all’idea socialista deve dimostrarlo nei fatti, come fanno gli iscritti a quello che è l’unico partito socialista della città di Caserta, il Psi.
Un partito che lavora sul territorio, con i propri militanti, simpatizzanti ed amministratori”. Il nome di Brancaccio non lo ha fatto ma, per la verità, mancava solo quello. La voracità con cui i socialisti casertani (premettendo, fatto che viene sistematicamente ignorato dagli stessi, che il Psi è solo un pezzo del mondo socialista casertano seppur non organizzato sotto insegna autonoma) si sono avventati sulla notizia della quota socialista in Italia Viva non fa piacere allo stesso Brancaccio. “Gli attacchi di fuoco amico non mi fanno piacere. In questo momento – chiarisce l’ex coordinatore provinciale socialista – non mi sono sentito tutelato né dai vertici nazionali che regionali e locali”. Brancaccio conferma che è ancora un socialista (componente della segreteria nazionale), tesserato (seppur deluso) e capo del laboratorio politico ‘Sviluppo, cultura e Legalità #AvantiCaserta’. “Quello è un comitato civico fondato in occasione della prima visita alla Leopolda – racconta Brancaccio – un laboratorio che ha svolto in questi anni una sua attività sul territorio”.
Si tira fuori dalla agitata fase pre elettorale. “Con il sindaco Marino c’è un rapporto di amicizia personale – specifica – e non ho mai partecipato né a riunioni di centrodestra, né di centrosinistra, né interpartitici vari. Se ci sarà un mio contributo alle comunali e preparerò una lista, come già fatto in passato, lo comunicherò – conclude – io stesso”. Fino a qui la posizione di Brancaccio che non risolve la questione: quanti dei comitati elencati da Italia Viva sono effettivamente parte di Italia Viva? Difficile a dirsi visto che, sulla questione non si sono ancora espressi i vertici del partito. L’errore resta rivelatore del clima, non propriamente sereno, che serpeggia tra le forze di centrosinistra a sostegno, o contro, l’uscente.